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ESCLUSIVA – Pancaro: “Lazio-Cagliari, la mia partita. E quel gol all’Inter in Coppa Uefa…”

In vista di Lazio-Cagliari abbiamo contattato in esclusiva Pippo Pancaro, doppio ex della sfida di domani: “Gara combattuta. Cagliari in forma? È merito anche dei tifosi. Sono innamorato di questa terra”.

Attenzioneeee, golle, invece, golle. Da parte del Cagliari! E ha segnato Pancaro! Pancaro, il nuovo entrato!”. Così urlava Bruno Pizzul dalla tribuna stampa del Sant’Elia quel magico 30 marzo del 1994.

PARLA PANCARO. Un gol per entrare nella storia. Giuseppe Pancaro, per tutti “Pippo”, nato a Cosenza il 26 agosto di quarantasette anni fa, con quel gol all’Inter che siglò il 3-2 in semifinale di Coppa Uefa ai danni dei nerazzurri, ha segnato l’epopea del Cagliari degli anni novanta in Europa. In Sardegna dal ’92 al ’97 ha vestito la maglia rossoblù 97 volte, segnando cinque reti. Prima di passare alla Lazio, proprio la prossima avversaria della squadra di Maran. E proprio l’ex difensore rossoblù e biancoceleste ha parlato in esclusiva ai microfoni di CalcioCasteddu.

Sabato si sfidano Cagliari e Lazio, due squadre che ha sicuramente nel cuore. Che partita sarà all’Olimpico?

Per me è una partita speciale. Sono state due squadre nelle quali ho trascorso più anni durante la mia carriera: cinque al Cagliari, sei alla Lazio. La sfida è molto importante per entrambe. La Lazio ha bisogno di tornare alla vittoria e anche il Cagliari vuole fare punti. Sarà una gara combattuta”.

La Lazio oggi è quinta a -2 dal Milan e a +1 da Roma, Atalanta e Sassuolo. Ha le carte in regola, soprattutto sulla qualità della rosa, per arrivare in Champions League?

Sì, assolutamente. I biancocelesti possono arrivare al quarto posto, se la giocheranno fino alla fine con Roma, Milan e Atalanta, che ormai non è più una sorpresa”.

Il Cagliari invece sta viaggiando su ottimi ritmi: +5 dalla zona retrocessione e soprattutto un gioco e un orgoglio che finalmente soddisfa i tifosi. Tutto merito di Maran?

Grande merito va dato all’allenatore, certamente. Ma anche la società è stata brava ad allestire una squadra valida. Così come sono tanti i giocatori che stanno rendendo al meglio: Barella è destinato a diventare uno dei centrocampisti più forti del nostro campionato ed è già un punto fermo della Nazionale. Ma il merito va dato anche ai tifosi: conosco il calore che danno quando si gioca in casa. Riescono sempre a spingerti verso il risultato”.

Quest’estate è arrivato a Cagliari un grande giocatore: Darijo Srna occupa quello che un tempo fu il tuo ruolo. Come giudichi l’approccio in Italia del campione croato?

Sta andando benissimo, si è calato subito in una realtà come quella di Cagliari, in cui la squadra deve lottare ogni domenica per salvarsi. Ha una grande esperienza e può essere di grande aiuto ai ragazzi più giovani che vogliono ripercorrere la sua grande carriera”.

Lazio-Cagliari sarà anche la sfida tra Milinkovic Savic e Barella: un fuoriclasse, che fino all’anno scorso sembrava dovesse andare in una big europea e ora invece sembra smarrito, e un giovane in rampa di lancio anche in Nazionale, ambito da tante grandi in giro per l’Europa.

Barella è davvero straordinario, grandissimo dinamismo, forza fisica e per la sua età ha anche grande personalità. Su Milinkovic-Savic non bisogna farsi ingannare dal momento, rimane un top player. Lo stesso sulla Lazio: il Cagliari non troverà una squadra in difficoltà. Contro la Samp meritava di vincere, a Bergamo con l’Atalanta ha fatto la partita. Alla Lazio in questo momento manca trovare il gol con facilità”.

Momento ricordi. Cagliari ti ha lanciato nel grande calcio: l’esordio in Serie A, l’inizio difficile e poi l’avventura in Uefa. Ci racconti il tuo percorso in rossoblù?

Il mio percorso al Cagliari è stato bellissimo. L’ideale per un ragazzo di vent’anni che vuole iniziare a giocare in Serie A. Era una piazza in cui non c’erano troppe pressioni, si poteva crescere e pure sbagliare. Sono stati cinque anni per me bellissimi. E sono stati fondamentali per la mia carriera: se ho vinto qualcosa e ho giocato in Nazionale grande merito va a Cagliari e al Cagliari che mi hanno formato come uomo e come calciatore”.

Il passaggio alla Lazio come nacque? Coi biancocelesti arrivasti anche a vincere lo scudetto.

Fu Eriksson a volermi fortemente lì. Arrivò alla Lazio proprio nella stagione in cui arrivai anch’io. Gli anni alla Lazio furono bellissimi. A Cagliari sono cresciuto, a Roma ho invece trovato la consacrazione. E la squadra biancoceleste occupa ancora un posto nel mio cuore”.

Il tuo ricordo più bello col Cagliari? Anche su un’idea ce l’avrei…

Sì, il gol all’Inter in semifinale di Coppa Uefa rimane un momento bellissimo. Quello era un periodo in cui ancora non giocavo molto. Ma il ricordo più bello è quello dell’essermi innamorato di questa terra. Torno ogni anno in Sardegna ormai dal ’92, anche il Cagliari mi è rimasto dentro”.

Pippo Pancaro aspetta ancora una panchina?

Sì, sono ancora in attesa di fare quello che mi diverte. Che mi piace. E che mi appassiona”.

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