La Gazzetta dello Sport pubblica un’intervista – che farà clamore – all’ex attaccante del Cagliari, che chiuse un anno fa in modo particolare la sua avventura sarda
GIULINI. Marco Borriello, classe 1982, ha disputato un’unica stagione in rossoblù, quella 2016-17. Portato dal ds Capozucca, ha vissuto un’autentica seconda giovinezza realizzando 16 reti in campionato. Poi l’addio dopo il tira e molla sul rinnovo e strascichi polemici. Ora il giocatore racconta la sua verità: “Con il presidente Giulini trovammo un accordo per un ingaggio fisso e 50.000 euro netti per ogni rete realizzata. I gol arrivarono, tanti. Poi un giorno contro il Pescara, rigore per noi. La gente grida il mio nome ma… sul dischetto venne mandato João Pedro. Qualcosa non quadrava, sensazione suffragata dal messaggio che Capozucca mi fece leggere. Giulini lo voleva cacciare, io sarei dovuto uscire alla fine del primo tempo”.
RASTELLI. Borriello ce l’ha anche con l’ex tecnico Massimo Rastelli: “Quel giorno contro il Pescara mi sentii tradito da lui. In quella stagione sia la piazza che alcuni giocatori erano contro di lui. Io compresi il suo momento di difficoltà e cercai di trasmettergli fiducia. Ma poi capii tutto…”. L’attaccante racconta anche di una brutta pagina con il compagno João Pedro: “Una volta in campo si permise di dirmi di stare zitto e correre. Negli spogliatoi ci fu una rissa tra noi, da allora in poi non parlai più con i brasiliani della squadra”.
ADDIO. Al momento di rinnovare il contratto, Borriello racconta della proposta di Giulini: una parte fissa più alta della precedente, ma dei bonus legati ai gol nessuna traccia. Avevo numerose offerte, decisi di andare via. Ma resto legatissimo al popolo sardo e rossoblù. Sono stato benissimo in Sardegna”.