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Il rimpianto rossoblù del “bomber” Marcello Diomedi

Sulle pagine de L’Unione Sarda di oggi, intervista a Marcello Diomedi, ex difensore di origini sarde che calcò anche i campi di Serie A. Il rapporto con il gol, i ricordi di una carriera e un rimpianto chiamato Cagliari

CARRIERA LONGEVA. Marcello Diomedi oggi è un distinto signore di 75 anni. Nato a Calangianus (Sassari) il 1° dicembre 1942, ha avuto la possibilità di calcare i campi di tutte le categorie italiane, dalla Serie A in giù. Non solo: parla con orgoglio del suo record, che ne fa l’unico ad avere segnato in ogni serie dalla più alta fino alla Terza Categoria. Spesso grazie ai calci di rigore, suo fiore all’occhiello dato che non ne ha mai sbagliato uno. A cavallo tra gli anni ’60 e ’70 Diomedi ha attraversato il palcoscenico della Serie A con le casacche di Fiorentina, Lazio e Bari. Era in campo, il famoso 12 aprile 1970 all’Amsicora che consacrò il Cagliari campione d’Italia: pur febbricitante, ma in campo con il suo Bari. Da sardo partecipò alla festa di un’isola intera, congratulandosi con gli ex compagni dei tempi di Firenze Albertosi e Brugnera.

CAGLIARI. E la maglia del Cagliari? Diomedi racconta che ci fu una possibilità concreta nel novembre 1967: ebbe luogo anche un colloquio con il mitico Andrea Arrica, ma poi la trattativa non ebbe seguito. L’ex difensore ricorda con piacere il giorno dello scudetto, quel Cagliari-Bari 2-0 in cui marcò il compianto Claudio Olinto de Carvalho, in arte Nenè. Oggi Marcello Diomedi vive a Jesi, nelle Marche, e ritorna quando può nell’amata Sardegna.

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