Il Corriere dello Sport ripercorre il delicato momento in casa Cagliari. Quattro partite alla fine, quattro punti di vantaggio sulla terzultima: ma non è possibile dormire sonni tranquilli, per un calendario insidioso che aspetta. Annata tribolata per la squadra, ma non è il momento di fare processi con una salvezza da conquistare
AGITAZIONE. Che le acque a Cagliari non siano placide lo si è visto anche domenica, con la contestazione della tifoseria per il deludente 0-0 casalingo contro il Bologna. Momento delicato e classifica preoccupante, attacco inceppato. Non è arrivato ancora il tempo per poter fare processi ai rossoblù e alla loro stagione, al tecnico López e agli errori di un’annata avara di soddisfazioni. La squadra deve ricompattarsi e trovare l’amalgama giusto per conquistare quella manciata – scarsa – di punti necessari per garantirsi la permanenza in A.
PARAGONI. I ricordi corrono alla scorsa stagione 2016-17, quando la banda guidata da Massimo Rastelli dopo 34 partite era già matematicamente salva con ben 41 punti all’attivo. Una situazione di classifica tranquilla, nonostante le critiche che pure allora non mancarono. Se nel campionato precedente l’ira dei tifosi si era scatenata per le pesanti goleade subite e il record negativo di gol incassati, quest’anno l’atmosfera si è scaldata per l’atteggiamento rinunciatario e l’insufficiente grinta messa in campo dal Cagliari. Anche domenica una squadra che deve salvarsi, in casa propria con lo stadio pieno, ha mancato clamorosamente la possibilità di regalare una gioia alla piazza rossoblù. Una gioia a portata di mano, non supportata però da un atteggiamento “feroce”. Forse è questo l’aspetto che ha suscitato maggiore amarezza e poi la rumorosa contestazione. Ora si tratta di stringere i denti, come si suol dire, per cogliere quei pochi punti necessari per garantirsi un futuro nel massimo campionato italiano: il calendario non aiuta a cementare un ottimismo a prova di bomba. Ma i rossoblù non hanno scelta, perché i punti conquistati finora potrebbero non bastare.
