Il presidente dell’Associazione Medici del Calcio nonché ex responsabile sanitario della Nazionale sottolinea un problema di notevole rilevanza
LINEE GUIDA. “Parlare ora di sicurezza per la ripresa è complicato, riducendo i rischi se ne può parlare. Necessario applicare delle linee guida corrette e univoche, però sarebbe stato auspicabile un tavolo unico di discussione senza burocratizzare il tutto. Responsabilità univoca dei medici? Inconcepibile e paradossale, parliamo di eventuali conseguenze dal punto di vista penale… Tanti soggetti che gravitano attorno al calcio dal punto di vista sanitario, compresi gli atleti e il loro senso di responsabilità, devono essere coinvolti“: questo il parere del professor Enrico Castellacci, intervistato telefonicamente dalla trasmissione “Radio Anch’io Sport” su Radio 1 Rai.
LETTERA. “Manderemo oggi a Spadafora, Gravina e Malagò una lettera dei nostri legali per chiedere chiarezza, perché il medico sociale non può pagare per tutti in caso di problemi. La responsabilità, in primis, è riconducibile al datore di lavoro. Dare una risposta al problema giuridico è fondamentale. Il medico sociale è l’unica figura non istituzionalizzata del mondo del calcio, perché prima di tutto non hanno contratto depositato in Lega. Applicare delle linee guida rigide che permettano di essere onorate, ascoltando tempestivamente tutte le parti in causa. Ritiri blindati? Si tratta di rimettere in quarantena, praticamente, individui reduci da un lungo lockdown. Situazione non facile, da analizzare con cura e buonsenso. Ricominciare il 13 giugno sarà possibile per programmare ogni cosa al meglio, è anche il mio augurio“: ha chiuso il proprio intervento Castellacci.