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Avrebbe senso riprendere a giocare?

In questi giorni di emergenza sanitaria sono tante le voci in contrapposizione sul destino del campionato edizione 2019/2020

Giocare sì, giocare no. A metà maggio? A giugno? E perché no a Ferragosto?

Discorsi di questo genere stanno letteralmente riempendo i nostri quotidiani sportivi durante questo periodo di delirio sanitario e non solo.

L’escalation del Covid-19 ha mandato, anzi sta mandando, letteralmente all’aria un intero sistema economico-finanziario, a cui il calcio non è di certo esente.

Tutt’altro! Soldi e sport, calcio per l’appunto in primis, sono un binomio imprescindibile per imprenditori, investitori, sponsor, le stesse società con giocatori annessi.

Dulcis in fundo a questa classifica, ma non meno importanti, i miliardi di tifosi che questo sport coinvolge e che comunque fanno la loro parte anche a livello pecuniario.

L’unica cosa certa, passate il gioco di parole, è l‘incertezza, non è dato a sapere quando si potrà riprendere e SE si potrà riprendere a giocare.

Da una parte esiste un sistema che vorrebbe riprendere a far rotolare la sfera già domani per non incorrere nelle grosse perdite a livello finanziario (sempre i soldi di mezzo…), ma dall’altra c’è una “forza” invisibile all’occhio umano che lo stesso sistema rifiuta di riconoscerne la superiorità.

Safety first, si recita nei cantieri e nei posti di lavoro in genere, laddove la sicurezza potrebbe essere messa a repentaglio. Il messaggio è chiaro: prima la sicurezza, prima la salute! Senza questa non si può andare da nessuna parte.

Eppure c’è chi davanti agli occhi non ha il cosiddetto “salame“, ma un vero e proprio foglio di carta con degli zeri scritti.

Avrebbe davvero senso riprendere la stagione anche dovendo giocare a giugno o addirittura a luglio? “Che problema c’è?”, chioserebbe qualcuno, “Sono pagati profumatamente per correre dietro ad una palla!“. Discorso sulla carta legittimo, ma, riflettiamo, ci sarebbe davvero spettacolo per i tifosi?

Ogni atleta vi rammenterà l’importanza della tenuta atletica. Senza di essa non si potrebbe vedere bel gioco e, appunto, spettacolo. Ci sarebbero i tempi tecnici sufficienti per un opportuno recupero da questo periodo che sta mettendo a seria prova anche i nervi di atleti e non solo?

E quali sarebbero gli effetti sulla stagione successiva terminando un campionato in piena estate? La sete di calcio accompagna tutti, dai tifosi, agli addetti ai lavori, ma porsi il dubbio se davvero valga la pena ricominciare, oppure se “finirla qui” per dedicarsi completamente ed a pieno regime alla stagione successiva, è quantomeno legittimo.

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