L’ex capitano del Cagliari, intervistato da La Gazzetta dello Sport, esprime il suo pensiero sul particolare momento del Paese e del calcio con uno sguardo al futuro
SOSTEGNO. Daniele Dessena, ex bandiera del Cagliari ora in forza al Brescia, racconta la sua riconoscenza nei confronti di alcune persone fondamentali per la carriera: “Il presidente Massimo Cellino è come un secondo padre per me. Mi ha voluto due volte a Cagliari e poi al Brescia, rinnovandomi il contratto quando ho avuto l’ultimo incidente. Il suo gesto, insieme al sostegno della mia fidanzata, mi hanno distolto dall’intenzione di smettere con il calcio: un’idea che stavo prendendo in considerazione“.
RILANCIO. Dessena ha raccontato di dovere al preparatore atletico Gianfranco Ibba, il quale ne seguì il recupero dopo il gravissimo infortunio nel 2015 e al dottor Marco Barbieri, che gli è stato vicino in seguito alla frattura al malleolo di qualche mese fa: “Non covo rancore per Coly e Pulgar, i cui interventi mi hanno messo fuori causa. I tecnici a cui sono più affezionato sono Allegri e Ranieri. Lo stop? Anche giocare senza pubblico è insopportabile. Ne sto approfittando pure per recuperare il tempo perduto con lo studio: voglio laurearmi in Scienze Motorie. Se non avessi fatto il calciatore, sarei voluto diventare fisioterapista. Nel dopo carriera vorrei restare nel calcio, imparando tante cose per poi insegnare a mia volta“.