Con la sconfitta di ieri pomeriggio la piazza ha dovuto fare i conti con una triste verità. I rossoblù non hanno più energie
Da qualche settimana si è assistito ad una vera e propria dichiarazione di guerra verso il decimo posto.
Un obiettivo che, specie dopo la vittoria casalinga contro il Frosinone, sembrava assolutamente alla portata della squadra rossoblù.
A giudicare dalle successive tre partite, o meglio, dalle tre sconfitte arrivate contro Roma, Napoli e Lazio, però, tale dichiarazione è sembrata più d’intenti che non di guerra.
Sia chiaro, considerato il valore degli avversari, specie partenopei e laziali, le sconfitte potevano stare anche in un ipotetico preventivo. Ma ciò che ha preoccupato e deluso i tifosi è stato l’atteggiamento: se contro il Napoli è stato apprezzabile, contro le squadre capitoline è stato a dir poco imbarazzante.
Giocatori lenti e macchinosi, errori incomprensibili, poche occasioni create e l’impressione che il desiderio sia quello di guadagnare le docce il prima possibile.
Siamo oramai alla fine di un campionato che si è rivelato durissimo, dove il tecnico Maran ha dovuto spesso “lottare” contro infortuni e situazioni avverse. L’obiettivo non è stato aritmeticamente raggiunto, ma il lavoro svolto può non essere riconosciuto all’intero staff del Cagliari.
Sarebbe opportuno, però, mantenere un’opportuna e realistica visione della situazione, contorni e dettagli compresi, ed agire di conseguenza.
A disposizione ci sono ancora 180 minuti contro avversari assolutamente alla portata dei rossoblù e la piazza auspica che dal fondo del barile possano essere raschiate le ultime energie e motivazioni per regalare un’ultima soddisfazione prima delle meritate vacanze.