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Con l’umiltà si edifica sulla roccia

Arrivato in punta di piedi con l’etichetta di gregario, Fabio Pisacane è oramai un punto fermo della difesa rossoblù. In qualsiasi momento, in qualsiasi situazione risponde sempre presente palesando le sue indiscusse qualità umane

“Sentimento e conseguente comportamento improntato alla consapevolezza dei propri limiti e al distacco da ogni forma di orgoglio e sicurezza eccessivi di sé”.

Così il dizionario Treccani definisce l’umiltà. L‘analisi approfondita di questa qualità porta ad ulteriori conclusioni, ovvero che non trattasi di debolezza, come potrebbero pensare alcuni, ma di ricchezza morale che racchiude tutte le altre qualità positive.

Chi incentra la propria vita sull’umiltà di certo non si erige indebitamente al di sopra degli altri, nonché si rivela desideroso della loro crescita, oltre che alla propria . Per capire quanto sia importante nella vita, così come nel calcio, possiamo chiedere a Fabio Pisacane.

DA GREGARIO A LEADER. Quando è arrivato nell’estate del 2015 sapeva benissimo di dover “coprire” le spalle ad elementi ben più affermati di lui, eppure con grande entusiasmo e senza mai parlare fuori luogo ha svolto il suo umile compito, ritagliandosi il suo posto da protagonista. A destra, a sinistra o al centro della difesa che differenza c’è? Se sei umile, hai desiderio di imparare e non ti consideri già “arrivato”, puoi raggiungere questi ed altri risultati.

DALL’ATALANTA A CRISTIANO RONALDO. Furono in tanti a storcere il naso per la sua conferma nella massima serie. Tanti tranne la stessa società rossoblù che ha voluto fermamente credere in Pisadog. E lui non ha mai tradito questa fiducia sin dall’esordio contro l’Atalanta, sino a ieri sera quando, al cospetto del giocatore più forte del mondo, ha sfoderato il suo buon repertorio fatto di grinta, determinazione e volontà. In diverse circostanze il suo nome è stato accostato ad altre squadre, ma in questo momento sarebbe difficile immaginare il Cagliari senza di lui. Nonostante la presenza di compagni di esperienza come Ceppitelli e Klavan, di giovani in rampa di lancio come Romagna, lui rimane il leader silenzioso perfetto per il gioco di squadra.

All’età non più verde di 32 anni il buon Fabio può ben affermare di aver edificato sul masso di roccia la sua attività. Il tutto grazie alla sua umiltà, qualità di cui molti suoi ben più affermati colleghi sono privi.

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