34 primavere a marzo. Cinque scudetti sul petto, con la maglia della Juve. E la fame di essere un portafortuna senza eguali. Simone Padoin è tutto questo e molto di più.
Padoin si racconta a La Gazzetta dello Sport, il momento della squadra, la corsa salvezza, lo spogliatoio e i compagni. Ecco la seconda parte dell’intervista al quotidiano in rosa.
Su López: “La qualità migliore? La leadership. Senza alzare troppo la voce. Non tutti hanno questa qualità. Non è stata una sorpresa López. Lo avevo incontrato quando giocava e mostrava grande carisma. Poi fa sentire tutti importanti. Devo riconoscere anche a Rastelli la qualità di dare tranquillità nei momenti scottanti e lo scorso anno ce ne sono stati parecchi“.
Su Castán: “Si è inserito benissimo. Si vede che arriva da una realtà diversa in cui c’è pressione. Ricordo la coppia di centrali della Roma: lui e Benatia, difensori top. Ha superato tutti i suoi problemi ed è molto determinato“.
Su Pavoletti: “Leonardo è fondamentale per come fa salire la squadra. Se siamo in difficoltà nel gioco a terra, ci possiamo affidare a lui. È imprescindibile. Borriello era più finalizzatore. Ha fatto un’annata strepitosa e lo dobbiamo ringraziare. Nell’economia Pavoletti ti fa più lavoro, va più sulle palle sporche“.
Sulla corsa salvezza: “Tra cinque, sei partite sarò più preciso. La classifica attuale è positiva. Ma non possiamo cullarci, tutti corrono ora e anche quelle che stanno dietro sono capaci di grandi imprese. Credo ci si possa salvare, comunque, a meno di quaranta punti. Cosa bisogna fare? Giocare come contro la Spal: atteggiamento giusto e qualità. Che, per esempio, per una buona parte non c’è stata a Crotone. Abbiamo perso tre partite importanti in avvio, con tre pareggi con Sassuolo, Chievo e Genoa ora saremmo a più 10 sulla zona rossa”.