Come già detto ampiamente, la Sardegna Arena è stata tirata su a tempo di record. Decisamente una corsa contro il tempo, considerato l’incombere delle prime gare ufficiali, ma alla fine tutto è andato per il meglio.
Uno degli elementi che più dava pensieri, riguardava il terreno di gioco: rispettare i tempi e progettarlo da zero, dalla semina alle prime rasature, sarebbe stato quasi certamente impossibile. L’esempio più recente arriva dall’ultima volta che il prato dello stadio Sant’Elia fu rifatto da cima a fondo, impianto di irrigazione compresa: un’operazione sicuramente da preferirsi, ma anche piuttosto problematica per quel che concerne i tempi di completamento. Allora ci vollero infatti diversi mesi perché tutto fosse in regola, e infatti il Cagliari fu costretto a emigrare per alcune partite allo stadio Manconi di Tempio, proprio in attesa che il terreno del Sant’Elia fosse in perfette condizioni.
Alla Sardegna Arena, come rivelato dal direttore dei lavori Alessandro Gosti, si è optato per un manto nuovo, posizionato a rotoli, acquistati da un vivaio di Roma. Inizialmente si pensava a un trasferimento del manto del Sant’Elia, ma l’ipotesi è stata poi scartata. Prima della cosiddetta “posa”, i rotoli sono stati conservati in celle frigorifere. Il tutto sembra aver dato buoni risultati, vista anche la tenuta nella positiva gara di inaugurazione contro il Crotone.