Se l’Inter ha perso una sola partita e ha incassato appena 15 gol in tutto il campionato è perché parliamo di una corazzata. Ma le pratiche scudetto sono ormai al momento del timbro e si sa, in questi casi anche i migliori possono abbassare la guardia. Era successo al Napoli l’anno scorso, è successo più volte in passato, e l’Udinese lunedì ha mostrato che sorprendere la prima in classifica non è un miraggio.
Dunque non si può pensare che il Cagliari parta già sconfitto. I rossoblù hanno il dovere di crederci con tutte, come fatto contro l’Atalanta e a maggior ragione ora che arriva la squadra più forte. Inzaghi ha un arsenale a sua disposizione sia in campo che in panchina, mentre Ranieri dovrà far valere la fame maggiore dei suoi che lottano per un traguardo decisamente più complicato, a detta della classifica.
Niente turnover per risparmiare le forze in vista delle più abbordabili Genoa e Lecce, passando per la Juventus in crisi. Adesso è il momento in cui le differenze tra grandi e piccole si assottigliano, dove chi ha fatto le coppe può lasciare punti in campionato, a maggior ragione se lo scudetto è ormai cucito sul petto. A San Siro si può attaccare. Non nel senso di gettarsi all’arma bianca in avanti, ma nel senso di ripetere quell’ottimo secondo tempo visto contro l’Atalanta. Non è un’utopia.