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Cagliari, il doppio peccato originale: squadra non all’altezza della Serie A e troppo ‘camaleontica’

Ancora una volta Ranieri ha voluto modificare l'assetto tattico della squadra, presentando nel primo tempo della gara contro la Lazio una squadra troppo arrendevole. Ma il fallimento del progetto tecnico ha responsabilità ben precise

C’è un fatto, probabilmente incontrovertibile, che a molti sfugge. Il Cagliari si è presentato ai nastri di partenza della Serie A 2023/2024 con ben poco di diverso, almeno nell’undici titolare, rispetto alla squadra che pochi mesi prima aveva conquistato la promozione. Un salto di categoria, occorre ricordarlo, compiuto dopo l’esonero di Liverani e l’arrivo di Ranieri, che tutto aveva tra le mani tranne che una corazzata. Quella squadra, che col precedente allenatore stava avvicinandosi pericolosamente alla zona retrocessione (in C), è stata strappata letteralmente dall’anonimato della serie cadetta, per poi acciuffare una clamorosa promozione in Serie A.

I limiti di quella squadra, però, non sono stati mai colmati: dopo aver fatto tanta fatica in B, occorreva una decisa e mirata iniezione di rinforzi che potessero riequilibrare un organico piuttosto carente. Tutto ciò, volontariamente o involontariamente, non è stato fatto: la squadra, se possibile, si è addirittura indebolita. L’inserimento di scommesse come Hatzidiakos e Wieteska, di un Jankto fermo da troppo tempo, di un Petagna da ricostruire, di belle speranze come Prati, Sulemana e Oristanio ha rappresentato un salto nel buio troppo ardito per sperare che tutto potesse andare per il verso giusto. Giulini ha ribadito che “le specifiche richieste del mister sono state tutte accontentate”, responsabilizzando così il tecnico in maniera netta. Allo stesso tempo ha ribadito che “Ranieri resterà il tecnico anche in caso di retrocessione”. La fiducia della società sull’allenatore è innegabile e ben salda, ma se è vero che il mister ha tutte le responsabilità sul mercato, allora è chiaro che il progetto tecnico è fallito su tutti i fronti.

Le responsabilità di questa buona parte di campionato probabilmente sono da ripartirsi in parti uguali tra società, tecnico e giocatori. Ma la rosa aveva già grossi problemi lo scorso anno: non averli sviscerati e risolti durante la scorsa estate è stata la madre di tutti i guai venuti al pettine già molto prima di oggi.

I continui cambi di giocatori e di modulo proposti da Ranieri, poi, probabilmente non aiutano una squadra bisognosa di certezze: adeguarsi sempre all’avversario di turno da una parte intimorisce i giocatori, dall’altra aumenta l’autostima agli avversari.

Come uscire da questa situazione? Ancora una volta il campionato di Serie A, almeno per quel che riguarda le squadre che lottano per la salvezza, sembra aspettare un po’ tutti: nonostante le quattro sconfitte di fila dei rossoblù, la classifica è ancora tutt’altro che irrimediabile. Se Ranieri riuscirà a correggere il tiro e a compiere l’ennesimo miracolo sportivo, poi toccherà alla società capire cosa fare per mettere mano a un progetto tecnico finora totalmente inadeguato.

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