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IL DRIBBLING DI… Mario Frongia. Cagliari, appunti sparsi

Andamento opaco, guida tecnica in forte sofferenza, umori negativi dell’ambiente, suggestione Claudio Ranieri. Scelte e visione, venti giorni delicati per la proprietà

Vinci in casa e ti fischiano. Annoti che hai battuto l’ultima in classifica con l’attacco più scarso della Serie B che riesce a bucarti due volte. E ancora. Vai avanti 2-0 senza mostrare un’idea precisa di gioco, quel genere di lavoro collettivo che lascia intuire padronanza e fiducia, almeno in casa. Poi, ti riprendono per le, purtroppo, solite sbandate individuali e di reparto. Sul 2-2 l’intero stadio indica a Liverani la strada per l’aeroporto: non era mai accaduto, neanche ai tempi di Sala, che l’amarezza sfociasse in maniera così dura e plateale. Quindi, la vinci sul filo di lana con Pavoletti (doppietta di testa), insultato dal pubblico. Adesso, hai Palermo fuori e Cosenza in casa a chiudere l’andata. E ci si chiede ancora dopo diciassette gare cosa possa o voglia fare il Cagliari da grande. Tra luci e ombre, botte di fortuna e suicidi: il pari su rigore a Frosinone, per una manata inutile su Lapadula o la scivolata di Chichizola con il Parma, fa il paio con i regali di Capradossi e Altare. Dunque, dubbi e incertezze animano la tifoseria, al di là dei soli 2 punti di distanza dalla zona play off, così come il +3 da quelle che si giocherebbero la retrocessione in C. Classifica cortissima, capace di ribaltarsi ogni 95’. È la Serie B, bellezza!

Da Fabio Liverani a Claudio Ranieri. Mettiamola così. Leggendo, senza neanche troppi sforzi, le manovre possibili del presidentissimo, si va a parare su diversi scenari. Il primo: Liverani non si tocca, si va avanti con il tecnico ex Lecce fino alla fine, mettendo mano al mercato di gennaio (Bonato c’è per questo o no?), in entrata e in uscita, per sopperire ad alcune criticità dietro e in mezzo. Questa è la sensazione che si avverte a meno che non ci sia un cataclisma domenica a Palermo. Al secondo posto, la strategia proprietaria, piuttosto scossa dai compatti coretti contro l’allenatore, decide di tenere conto degli umori della piazza. Soprattutto, del burrone in questo club, i suoi colori e la sua storia, è precipitato negli anni di gestione giuliniana. Quindi, che con Palermo o Cosenza, partita che chiude l’andata alla Domus, vada bene o meno, lo sguardo va oltre Tirreno. E siamo alla terza plausibile opzione. Per riavvicinare l’ambiente, ai minimi termini come stima e vicinanza – dagli ultras della Nord, fuori per protesta, ai settemila abbonati: con il Perugia è stato toccato il fondo per presenze, poco più di novemila – serve un colpo speciale. Voci e boatos in questi casi macinano uomini, squadre, relazioni.

Ma appare banale sottolinearlo, l’idea di riportare Claudio Ranieri a Cagliari e al Cagliari sarebbe una giocata perfetta. Certo, è una scelta delicata. Ma avrebbe il merito di tendere la mano ai legittimi desiderata del popolo rossoblù, tuttora stordito e ferito da una retrocessione umiliante. Sui pro c’è poco da dire: Ranieri muore dalla voglia di allenare e i Quattro Mori per il tecnico di Testaccio sono un richiamo davvero unico. Sui contro, ci sono i fatti. E ovviamente, anche qualche condizionale. L’autore del miracolo Leicester è stato contattato anche dal Genoa per il post Blessin. Come è normale, pare aver chiesto ai liguri un milione di euro per chiudere la stagione, un altro per la risalita in A, cinque giocatori pronti via a gennaio. Potrà il nostro far fronte a richieste analoghe? E non solo. Ranieri avrà anche tanto amore per la città e per la squadra da cui è partito proveniente dalla Puteolana. Ma di certo non scorda che questa presidenza l’ha contattato anche in passato. E pare che abbia commentato, grosso modo, una proposta di ingaggio degna di un novizio appena uscito dal corso di Coverciano. Al dunque, Claudio Ranieri sarebbe la pedina ideale per un insieme di buone ragioni, sportive, culturali, sociali.

Forse, potrebbe passare sopra alla mancanza di un progetto, di un gruppo allestito in maniera sconclusionata, con poca personalità e l’autostima da ricostruire. Perché a tutti appare chiaro che se la rosa è stata sopravalutata a settembre, è curioso che non abbia comunque almeno 5, 6 punti in più. Ranieri darebbe la scossa al gruppo, sul quale interverrebbe con perizia e senza indecisioni in campo e in sede di mercato. La chiamata sarebbe anche un’adeguata ripartenza dopo la seconda retrocessione in otto anni, stagioni di orribili rincorse, salvezze stentate, esoneri e cacciate di allenatori, diesse, dirigenti e collaboratori vari. Come dicono i numeri e gli almanacchi, la storia sportiva del club è stata deteriorata. Con i denari adeguati e almeno dieci passi indietro – anche pare complesso poter interferire e dire a un tecnico del calibro di Ranieri chi deve giocare – l’operazione avrebbe un auspicabile senso. C’è solo da aspettare.

Notarella

Mutismo imbarazzante. Un lettore attento segnala una curiosa coincidenza. Leonardo Semplici è stato esonerato appena dodici ore dopo che il presidente dicesse in diretta tv che non correva rischi. Sul web si trova comodamente quello siparietto. La settimana scorsa, nel dopo Terni, il club ha strombazzato la presenza del numero uno negli spogliatoi per spronare la squadra e confermare Liverani. La comparazione è evidente. E ci si chiede: ma cosa mai costa un’apparizione pubblica del presidentissimo che spiega cosa vuol fare e perché? E magari si scusa pubblicamente con i tifosi, Caressa e Montesi.

Cin cin. Come detto anche da Stefano Capozucca, la società si sta guardando attorno. Vendere non è un reato. Intanto, c’è il dilemma stadio: nessuno sa più cosa potrà accadere. Poi, c’è la valutazione data al club. Sempre boatos e non rogiti notarili, la società valuterebbe se stesa un centinaio di milioni di euro. Tanti, troppi, giusti? Lo deciderà il mercato.

 

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