In città, parte della stampa e addetti ai lavori, sentenziano la retrocessione del Cagliari. Intanto le partite vanno ancora giocate
Non è la prima volta, e di certo non sarà l’ultima. Mai vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso e (aggiunge il sottoscritto) averla in mano. Questo sta accadendo a Salerno e tra tanti addetti ai lavori, giornalisti a livello nazionale inclusi. Come vi abbiamo ricordato nei giorni scorsi, i precedenti (per restare nel calcio italiano) ci sono. Squadre che si sono sentite sicure alla vigilia dell’ultima giornata. Certo la storia ricorda il famoso Roma 2 Lecce 3, con tanto di canzoncina dei tifosi della Lazio, diventata famosa. Dal 2000 a pochi anni fa, si sono verificati i seguenti eventi: la Juventus perse lo Scudetto all’ultima giornata (2000) a Perugia con un più 2 sulla Lazio prima del match, l’Inter fece lo stesso in quel famoso 5 maggio 2002, addirittura l’Empoli cadde a Palermo e retrocesse col Crotone che si salvò, nel 2017.
SE SI SALVA LA SALERNITANA LO FARA’ DOMENICA E NON PRIMA. Siamo realisti: le possibilità che il Cagliari resti in Serie A sono poche, ma non zero. Occorre andare a vincere al Penzo, magari segnando subito o più gol, in modo da mettere pressione alla compagine di Nicola. Che, al 99’ col gol di Altare (pur stanno avendo un vantaggio sul Cagliari, sembrano aver perso certezze davanti ai suoi 30000 tifosi. La dimostrazione sta anche nel rigore che Perotti si è fatto parare da Vicario. Inoltre l’Udinese non ci sta di certo a fare la vittima sacrificale all’Arechi, nonostante non abbia più nulla da chiedere al campionato. D’altronde la società e i giocatori, non hanno gradito il giocare a inizio maggio il recupero dello scorso dicembre e la sconfitta poche settimane. Parola di Deulofeu: magari sarà proprio lui a zittire lo stadio che già pregusta la festa.