
L’ex rossoblù è stato intervistato da La Nuova Sardegna sul calcio giovanile
EDUCARE. “I bambini vanno in campo per divertirsi e provare a dare il meglio di sé, e pensano soltanto a quello. Siamo noi, da fuori, che mettiamo in risalto altri aspetti. Perché il calcio, ma lo sport in generale, è fatto di divertimento ma anche di vittorie e sconfitte, anche pesanti”. Così Gianfranco Matteoli intervistato da La Nuova Sardegna parla del calcio giovanile e dell’importanza di trasmettere dei valori positivi attraverso lo sport.
“Non conosco a sufficienza i dettagli per poter commentare l’episodio del 40-0 – dice l’ex Cagliari – In generale però posso dire che nella testa dei bambini ci sono solo il gioco e il divertimento. Il che non significa che ci sia competizione, perché a tutti piace vincere, a nessuno piace perdere, e a tutti piace segnare un gol. Il problema può nascere semmai se c’è cattiveria da parte di qualcuno, è la cosa che davvero stona. Ma è molto più diseducativo dire a un ragazzino di andare in campo e non fare più gol, o non tirare più in porta. È una cosa bruttissima, questo per me non deve esistere. I malati siamo noi, i bambini si divertono. Se stanno giocando, vogliono vincere, vogliono fare gol, e in questo non c’è proprio niente di male”.
“Ognuno deve avere il proprio ruolo, senza sconfinare, e deve capire che il calcio è per tutti, però nel calcio ci sono quelli bravi e quelli meno bravi. Anche questo va accettato dai grandi, perché è un concetto che invece i bambini acquisiscono in automatico. Io ai bambini dico solo di divertirsi, ma non posso dire loro di non far gol e non tirare in porta”.
