Il tecnico rossoblù ha cambiato veste tattica varie volte nel corso della stagione e ora sembra voler dare continuità all’ultima versione
IL FULCRO. Arrivato in Sardegna col mantra del 4-3-3, mister Eusebio Di Francesco ha dimostrato di non temere il cambiamento, anzi. Gli inizi col tridente sono stati stentati, soprattutto a causa del mancato adattamento di Joao Pedro al ruolo di esterno. Proprio il brasiliano può essere definito croce e delizia per il tecnico, visto che per poterlo mantenere letale in zona gol ha dovuto ricostruirgli più volte la squadra intorno, con risultati mai soddisfacenti.
LA VARIANTE. Per venire incontro alle indiscutibili qualità di Joao Pedro, senza però snaturare troppo la propria idea di gioco, Di Francesco ha optato inizialmente per il 4-2-3-1. Via il regista di ruolo con la bocciatura di Marin in quella posizione, spazio al trequartista e due esterni d’attacco larghi con Nandez a tutto campo per sostenere Zappa sulla fascia destra. Inizio promettente, poi il crollo a dicembre e l’accantonamento a gennaio.
DIFESA A TRE. Il 4-2-3-1 ha visto qualche intervallo caratterizzato da un 3-5-1-1, utilizzato più che altro a gara in corso (Di Francesco spesso cambia assetto tattico nel corso delle partite). Gli arrivi di Duncan e Nainggolan hanno spostato l’attenzione dell’allenatore rossoblù sul 4-3-2-1 che ha esordito a gennaio, ma l’arrivo di Rugani e il mancato acquisto di un regista hanno portato il tecnico a virare sul 3-4-2-1 che ha esordito contro la Lazio domenica scorsa. Quest’ultimo sembra essere il modulo che troverà continuità nelle prossime gare, ma di certo essere arrivati a febbraio senza aver trovato una veste tattica definitiva non può che preoccupare.