Ai nostri microfoni un attaccante che, dopo Riva, ha contribuito a scrivere la storia rossoblù
Tre stagioni, forse poche, trentaquattro centri, inclusi quelli nell’avventura americana targata Chicago Mustang. Attaccante potente, a tratti egoista, un sinistro fulminante e, seppur con gli stessi tratti, grandissimo amico di Rombo di Tuono.
Roberto Boninsegna, o il Bonimba, se preferite, ha gentilmente risposto alle nostre domande:
Cagliari è rimasta nel suo cuore nonostante si andato via da tempo
“Assolutamente! Mi trovavo benissimo, per mia moglie era una seconda casa e venivamo trattati da Dio. Per non parlare della squadra! Fortissima, con me e Gigi si andava sul sicuro. Purtroppo, nel 1969, Scopigno mi disse che la società aveva necessità di denaro, ed io accettai di andare via, ma solo per l’Inter, la squadra di cui ero tifoso”
C’è un pizzico di rammarico per non essere riuscito a vincere lo scudetto con il Cagliari?
“Senza dubbio. Già nella stagione 1968/69 avremmo potuto vincerlo, ma alla fine lo vinse la Fiorentina che potè godere di qualche aiutino. Del resto il presidente della Federazione era un certo Artemio Franchi…”
Anche in nazionale vi siete difesi bene
“Quegli anni furono indimenticabili anche sotto quell’aspetto. Il Cagliari era rappresentato da vari elementi come Riva, Domenghini, Gori, Albertosi, Cera, Niccolai. Al mondiale, proprio in coppia con Gigi facemmo benissimo e inchinammo solo di fornte ad una squadra stratosferica come il Brasile”
Passiamo ad oggi. Come vede il Cagliari e come giudica il lavoro svolto dalla società?
“Non ho avuto modo di conoscerli di persona, ma è evidente che stanno facendo un ottimo lavoro. La squadra allestita è ottima e può tranquillamente lottare per le posizioni da metà classifica in su. Di zona retrocessione non se ne parla assolutamente”
Chiudiamo con l’Inter, prossimo avversario del Cagliari
“Un vero peccato, oramai è pure fuori dalla Champions League. La società ha un fatturato altissimo e dunque può di disporre di notevoli mezzi finanziari. Antonio Conte è stato accontentato con una rosa di livello europeo, ma c’è qualcosa che non va. Non vedo i giocatori sereni, e questo non può che influire sul loro rendimento in campo. Comunque la possibilità di vincere lo scudetto c’è ancora”