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TS – Giulini 3: “Godin uno degli acquisti migliori della nostra storia”

Il patron dei sardi non nasconde il dispiacere per l’epilogo negativo della trattativa Nainggolan: “Spiace da tifoso ma i costi erano alti”

Tommaso Giulini, intercettato in esclusiva da Tuttosport, ha concluso la sua lunga intervista soffermandosi sulla scelta di affidare la panchina del Cagliari a Di Francesco e sulla gioia per aver portato Diego Godin in Sardegna.

DI FRA.La sua voglia di rivalsa dopo l’esperienza alla Samp mi ha molto colpito. Chi viene a Cagliari deve avere una grandissima fame, una grandissima voglia. Lui è un allenatore importante, ha fatto un percorso strepitoso a Sassuolo, ha disputato una semifinale di Champions a Roma. Per arrivare a un tecnico così importante, evidentemente, il Cagliari aveva bisogno che questo allenatore passasse attraverso un fallimento. E il fallimento che Di Francesco ha incontrato alla Samp lo ha fatto tornare con più voglia e fame. E lui ha anche fatto tesoro degli errori che può avere commesso a Genova. Tutto questo mix, più il fatto che mi sia piaciuto tantissimo come persona, mi ha portato a prenderlo. E sono contento di esserci riuscito“.

JOAO PEDRO ANCORA A CAGLIARI.Ci sono state delle interlocuzioni tra i ds di Cagliari e Toro. Hanno discusso di Joao, è vero. Ma il Torino proponeva solo scambi e noi non eravamo interessati a scambiare il nostro attuale capitano con un giocatore del Torino. E’ stato un mercato globalmente molto povero, per cui non avremmo disdegnato una cessione importante. Una cessione che ci avesse aiutato dal punto di vista finanziario. Non uno scambio“.

RIMPIANTO NINJA?Dal punto di vista del tifoso ho un grandissimo rimpianto. Il Cagliari dell’anno scorso con Radja a un certo punto aveva dimostrato di essere una gran bella squadra, con lui in campo. Dal punto di vista societario, invece, dati i problemi economici del calcio, da presidente dico che alla fine sono contento che la trattativa non sia andata in porto, dati i costi. Ma da tifoso lo rimpiango e non poco, Radja. Dispiace che questa trattativa degli ultimi giorni, last minute, abbia fatto un po’ passare in secondo piano colui che ritengo uno degli acquisti più importanti della storia del Cagliari: Godin. Godin è un grandissimo giocatore di qualità, con una chiara leadership e tanta esperienza e trionfi alle spalle. Spero che i tifosi lo percepiscano fino in fondo“.

L’OBIETTIVO.L’obiettivo è fare meglio dell’anno scorso. Eravamo partiti estremamente bene, ma poi abbiamo finito molto male. Sarebbe stato meglio il contrario. Ora ci piacerebbe alzarci un gradino rispetto al passato. L’Europa? Sarebbe bello essere lì sino alle ultime giornate, non lontani dalle posizioni che valgono l’Europa. Ma credo che in questo momento ci manchi ancora qualcosina per poter lottare per l’Europa. Però dobbiamo essere tra quelle squadre appena sotto, che magari verso la fine del campionato se la possono anche giocare. Di sicuro va invertito il trend del 2020. In questo anno solare siamo stati gli ultimi per numero di punti conquistati, a parte le tre squadre retrocesse. Dobbiamo esserne coscienti. Questo è il dato principale che nelle prossime giornate andrà sovvertito“.

GIULINI E LA SARDEGNA.La mia passione per il Cagliari è al 100%. Prima di diventare presidente, nel 2014, ho passato più di 10 anni a Macchiareddu, dove abbiamo la nostra industria manco a dirlo a due passi proprio da Assemini, facendo di continuo su e giù tra Cagliari e Milano. Intanto ero nel consiglio direttivo dell’Inter. E il pallone ce l’ho sempre avuto nel sangue, giocavo a calcio da ragazzino. Così, conoscendo sempre meglio Cagliari e la Sardegna, e innamorandomi di questi colori e di quest’isola, sono riuscito a realizzare un sogno. L’acquisto del Cagliari. E mi ritengo molto fortunato: perché ho realizzato un sogno acquistando una squadra che rappresenta un’intera isola, un popolo. E’ molto più responsabilizzante. Ed è ancora più bello, nei momenti di gioia. E’ stata una scelta dettata dalla passione, che però in questi momenti è difficile da tener viva. Questo è sicuramente un momento di stanca, dopo 6 anni. Un po’ il Covid, un po’ la crisi economica, un po’ il girone di ritorno, un po’ tutto quello che c’è stato attorno al mondo del calcio“.

 

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