Le difficoltà (prevedibili) incontrate da Di Francesco sembrano ancora lontane dall’essere superate. Ma si possono adattare i giocatori al modulo di gioco o è il modulo che deve essere adattato ai giocatori?
Nel calcio non si inventa nulla, si dice. E non sono pochi quelli che la pensano in questo modo, considerato anche che i grandi ‘filosofi’ del calcio non sono poi così tanti. Le attenuanti per i problemi riscontrati da Eusebio Di Francesco sono essenzialmente di due tipi: il poco tempo avuto a disposizione per plasmare la squadra, ma anche la mancanza di quei giocatori utili per lavorare assiduamente a un progetto di gioco, complice anche il mercato aperto fino al 5 ottobre. C’è poi il dilemma Joao Pedro: lo scorso campionato sembrava avesse trovato la sua dimensione più vicino alla porta. Ora, però, le cose sembrano decisamente cambiate.
Il progetto del tecnico, già. Qualche critica alla mancanza di gioco e di meccanismi inizia timidamente a farsi strada, ma puntare ora il dito contro il tecnico non ha assolutamente senso. Il discorso può invece essere posto sotto un altro punto di vista: storicamente gli allenatori più vincenti sono stati sempre quelli che hanno tirato fuori dai giocatori a disposizione il meglio possibile. Chi ha voluto inculcare la propria ‘filosofia di gioco’ a prescindere, il più delle volte non è andato troppo lontano.
Ma si può costruire una squadra partendo dal modulo? O è invece sempre meglio che il tecnico di turno ‘vesta’ i giocatori a disposizione con un modulo adatto a loro, facendoli rendere al meglio possibile? Probabilmente non ci sarà mai una risposta definitiva a un tema di così grande portata, ma nello specifico, il prosieguo di questo campionato fornirà certamente utili indicazioni.