
Il vice ministro della Salute spiega quelle che sono le prerogative per la ripresa dei campionati. Con un punto fermo: per ora niente pubblico
La fase 2 potrebbe partire a breve, ma la guardia non può essere abbassata.
“I contagi continuano a diminuire, come il numero dei ricoverati in terapia intensiva”, dichiara il vice ministro della Salute, Perpaolo Sileri, a Radio Kiss Kiss, “bisognerà sempre tenere la distanza sociale e l’uso della mascherine. Il problema sono gli sport di gruppo, e gli stadi certamente non possono riaprire al pubblico. È verosimile far ripartire il calcio a porte chiuse, ma da medico dico che potrebbe esserci comunque qualche problema. Il protocollo è stato stilato in maniera appropriata, ma aspetterei ancora un po’ di tempo per valutare l’andamento dell’epidemia. Il numero di tamponi necessario potrebbe essere più alto di 1.400. Per quanto riguarda gli stadi, invece, è un problema relativo perché se non ci sono i tifosi non ci sarebbero rischi da questo punto di vista. Dove giochi giochi, va bene uguale. Lo sport individuale si potrà praticare anche a livello amatoriale, ma non più di 40 minuti“.
