
L’ex attaccante della Nazionale, scomparso nelle scorse ore all’età di 71 anni, era malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica. Lo rivela il figlio a La Gazzetta Sportiva
PIETRUZZU. Un campione amato e rispettato oltre i colori societari, i campanilismi classici del calcio italiano. Pietro Anastasi, detto “Pietruzzu”, se n’è andato a 71 anni dopo una lunga malattia. Il figlio Gianluca ha rivelato a La Gazzetta Sportiva che il grande attaccante di Juventus, Inter e Nazionale era affetto da SLA, la terribile Sclerosi Laterale Amiotrofica. La diagnosi, effettuata tre anni fa dopo un intervento chirurgico per un tumore all’intestino, era stata taciuta ad Anastasi fino a pochi mesi or sono.
ADDIO. Gli ultimi mesi sono stati terribili. Per questo motivo, Pietro Anastasi ha chiesto di ricorrere alla sedazione assistita, rifiutando l’accanimento terapeutico. E così, dopo aver comunicato le proprie volontà alla moglie Anna e ai figli Gianluca e Silvano, si è addormentato giovedì sera per l’ultima volta. La morte dell’ex campione è purtroppo l’ennesima avvenuta in Italia per la medesima patologia tra i calciatori attivi negli anni Settanta e Ottanta. Adriano Lombardi, Stefano Borgonovo, Paolo List, Giorgio Rognoni, Albano Canazza, Gianluca Signorini, Roberto Labadini, Giovanni Bertini, Enzo Matteucci… La lista è tristemente lunga, per una malattia che alcuni studi hanno dimostrato di incidere in percentuale superiore sugli ex calciatori (3,2 ogni 100.000 abitanti), rispetto al resto della popolazione italiana (1,7).
