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Perché Rafael non merita altri antagonisti

Il portiere brasiliano ha dimostrato abbondantemente in passato di sapere come non far rimpiangere il titolare di turno: perché dovrebbero sorgere dubbi ora, su un professionista esemplare?

CHANCE. Rafael de Andrade Bittencourt Pinheiro, calcisticamente noto solo come Rafael, è il secondo portiere del Cagliari dal gennaio 2016. All’epoca i rossoblù erano al giro di boa del poi vittorioso campionato cadetto, il brasiliano arrivò in prestito dal Verona fino a fine stagione con Cragno che andò a Lanciano. Allora il titolare era Marco Storari, che “concesse” a Rafael la porta solo all’ultima di campionato. A 34 anni l’età per un portiere non era ancora troppo elevata: lo spirito di sacrificio, il carattere mite e i comportamenti da professionista esemplare in campo e fuori lo hanno fatto apprezzare dalla società, che a luglio lo ha riscattato dagli scaligeri.

SARACINESCA. Nel primo anno di Serie A con Massimo Rastelli si verificò qualche problema per Storari, prima fisico e poi ambientale. Rafael diventò titolare a tempo pieno nella seconda parte del torneo 2016-17, rivelandosi con costanza un’ottima saracinesca nonché (dote non trascurabile) formidabile pararigori. Poi il ritorno al ruolo di paziente dodicesimo, aiutando e sostenendo l’ascesa di Alessio Cragno rientrato a Cagliari due anni fa con appena 10 gettoni. Nella scorsa stagione il paulista ha giocato solo una gara in Coppa Italia. Ma, a testimonianza della sua importanza nel gruppo, è andato sempre in panchina anche quando un infortunio lo ha tormentato per mesi.

RITORNO. Ora con l’infortunio di Cragno si è aperta la corsa alla sua sostituzione, con scenari di mercato – decisamente fuori luogo e irrispettosi per un professionista del suo livello – tirati in ballo dai media. Rafael, in tempi non sospetti, è sempre stato considerato uno che avrebbe potuto giocare titolare altrove in massima serie: un dodicesimo di lusso, che ora (l’ultima parola sarà ovviamente di Maran) merita la sua chance. Esperienza, qualità e concentrazione rappresentano un cocktail fondamentale per un estremo difensore, Rafael ne incarna l’essenza. Diamogli questa possibilità… e non ce ne voglia il buon Simone Aresti, più giovane ma ormai lontano da tanti anni dal calcio italiano di vertice. Il sostituto di Cragno, il Cagliari ce l’ha in casa. Anche se le primavere sono 37.

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