Klavan si racconta: “Klopp eccezionale. In Italia c’è tanta tattica”. E fissa un obiettivo che fa sognare i tifosi rossoblù…
È arrivato da giocatore esperto e navigato. Ma non per questo, Ragnar Klavan, capitano dell’Estonia ed ex Liverpool, al Cagliari dall’estate scorsa, si proibisce di sognare. Nella seconda parte dell’intervista rilasciata a Goal.com (qui la prima parte), il centrale difensivo rossoblù ha parlato del suo passato, del momento al Cagliari e del futuro personale e della squadra.
MAESTRI DI TATTICA. “Devo dire che è vero, qui da voi si fa molta più tattica che altrove, ma è una caratteristica conosciuta ed è anche uno dei motivi che mi ha spinto a misurarmi con un calcio così difficile. In Inghilterra si punta molto sulla fisicità e sull’intensità, qui molto di più sul gioco di squadra. In Premier girano tanti soldi e si possono permettere tanti campioni, per cui magari si punta principalmente sulle loro qualità: ci sono poi le prime 4-5 squadre che giocano un calcio più europeo, mentre le altre un calcio più british, fatto di tanta forza e intensità”.
LIVERPOOL. “Jurgen Klopp è un allenatore eccezionale, uno dei migliori al Mondo e il suo modo di intendere il calcio è incredibile. Gli allenamenti erano davvero faticosi, perché lui in partita vuole sempre tenere un ritmo altissimo. La sua filosofia è quella di attaccare l’avversario sempre in avanti e ripartire velocissimo, un calcio molto dispendioso. Tuttavia, è anche un allenatore intelligente e, infatti, se guardate al Liverpool di quest’anno, vi accorgerete che ha un po’ cambiato il suo modo di giocare: magari un po’ meno intensità e una manovra un po’ più ragionata. È un tecnico molto preparato, che sa anche adattarsi. E poi è eccezionale anche dal punto di vista umano”.
A CAGLIARI. “A parte le difficoltà iniziali, inevitabili visto che l’allenatore era nuovo e come lui anche diversi giocatori, ora credo che il Cagliari sia davvero… squadra: giochiamo bene, riusciamo ad essere equilibrati, ad attaccare e difendere compatti. I risultati recenti confermano la nostra crescita. E questo è merito del mister, che insiste particolarmente su questo tema dell’equilibrio, della compattezza e di muoversi come squadra”.
FUTURO. “Non riesco ad immaginarmi da qui a dieci anni, a 33 anni sono troppo vecchio per sognare (ride, ndr), ho sempre pensato che a fine carriera sarei tornato a casa e avrei lavorato con i ragazzi del mio paese per aiutare a far crescere il movimento estone. Prima di smettere, però, mi piacerebbe tornare a giocare una competizione europea. E credo che questo sia un obiettivo alla portata di una società ambiziosa come il Cagliari: sono convinto che questa squadra e questo ambiente abbiano le qualità per fare bene e che l’Europa League sia un obiettivo raggiungibile nel breve periodo. Magari non accadrà proprio quest’anno, ma quando succederà mi piacerebbe esserci”.
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