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Conti: “Cagliari-Napoli? Emozioni indelebili. E quel gol al 95’…”

434 volte con la maglia del Cagliari, dal ’99 al 2015. Quando arrivò i tifosi erano diffidenti nei confronti del “figlio di Bruno”. Poi lui si innamorò di Cagliari e della Sardegna. E Cagliari e la Sardegna si innamorarono di lui. Dopo il ritiro è entrato a far parte dello staff tecnico rossoblù, con un ruolo sia nelle giovanili sia nello scouting.

Daniele Conti, per tutti questi motivi, è un idolo dei tifosi del Cagliari. E lo è, naturalmente, anche per quanto fatto contro il Napoli. Prima di tutto per quella gara nel 27 gennaio 2008. Una rimonta storica per i rossoblù che con Matri pareggiano lo svantaggio al 90′, prima di vincere allo scadere con la rete dello stesso Conti. Ha parlato, di questo gol e non solo, in una bella e lunga intervista a La Nuova Sardegna.

Emozioni indelebili in quella gara del 2008. Il boato dei tifosi mi sembra di sentirlo ancora. Il cross di Jeda, io che la prendo di testa e la palla che gonfia la rete. In quel momento non ha capito più niente. Quella vittoria ci ha dato la carica per conquistare la salvezza dopo un girone di andata nel quale avevamo fatto pochi punti”.

L’anno dopo Conti si ripete. Altro gol a tempo scaduto, questa volta al San Paolo per il 2-2 finale:Anche quel momento lo custodisco nel cuore. È arrivata la palla giusta e sono stato fortunato a sfruttarla. Fare risultato col Napoli per noi ha sempre avuto un sapore speciale”.

Ora il Napoli lotta per lo scudetto:Va riconosciuto a Sarri di aver fatto un lavoro straordinario. È una squadra che gioca un gran bel calcio e soprattutto gioca a memoria. Non è semplice affrontarli”.

Un po’ di nostalgia per un match speciale:Vorrei rigiocarla. Provo un po’ di nostalgia. Questa è una gara particolare per la nostra tifoseria, vincerla è una doppia soddisfazione. Va subito detto che questo effetto lo avverte maggiormente chi da più anni sta a Cagliari. Non c’è bisogno di stimoli, vai in campo e devi dare il massimo. Anzi, di più”.

Sul ritiro dal calcio, datato 2015:Dico la verità: quando ho deciso di dire basta, l’ho fatto perché mi sono reso conto che non potevo dare più il 110 per cento per questa maglia. Poi questo pensiero l’ho fatto, non posso negarlo. In campo puoi sfogarti, stare fuori è una sofferenza».

Il nuovo ruolo in società:Mi piace perché mi consente di andare in giro, conoscere nuove realtà, guardare le partite. Ceter? Sì, l’ho visto giocare e secondo me ha delle ottime potenzialità. Futuro in panchina? Ho sempre detto che non vorrei farlo perchè dovrei spostarmi da Cagliari, la città dove ho scelto di vivere. Vorrei continuare a dare il mio contributo alla società di cui mi sono innamorato tanti anni fa. Bandiera? Prima Riva, poi Conti. Già essere considerato una bandiera come Gigi mi fa onore. Lui è una persona speciale, che ho avuto la fortuna di conoscere. Ogni volta che sento la sua voce provo una forte emozione».

Su López: «Certe cose preferisco tenerle dentro. Abbiamo combattuto tante battaglie insieme. Lui, come me, ha dato l’anima per la maglia rossoblù. Ho notato questo cambiamento: prima era un vero guerriero, ora è più riflessivo. Il nuovo ruolo lo ha portato ad essere meno aggressivo, ma è sempre attento ad ogni particolare e sa trasmettere una carica speciale. Qualche episodio particolare? Diciamo che tutti siamo andati sopra le righe qualche volta. Lo ha fatto anche lui, ma poi, come è successo a me, ha capito di aver sbagliato. Diego è stato il mio capitano, pretendeva il massimo anche negli allenamenti. Lui allenatore e Fini vice? Qualche anno fa non lo avrei mai pensato. Ma li conosco bene entrambi, sono capaci e preparati. Michele ha fatto tante esperienze e con Diego sono amici oltre che colleghi. Ci metterei anche Agostini, un altro che al Cagliari ha dato tantissimo».

Emozioni rossoblù:Il momento più emozionante? Quando ho smesso. Ero triste e i tifosi sono venuti sotto casa e cantavano il mio nome. Provo ancora i brividi. L’altra è stata la partita d’addio. Vedere il Sant’Elia pieno è una sensazione che non proverò più. La Sardegna Arena? Avrei voluto giocarci, ma gli anni passano. È bellissimo giocare con i tifosi a contatto, moltiplichi le energie. Chissà che col Napoli non facciano il miracolo».

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