Filippo Romagna incontra stasera il suo passato e il suo presente. Il futuro, invece. è ancora tutto da scrivere. Il difensore centrale del Cagliari, in questa stagione, dopo l’esordio col Napoli, titolare fisso con la maglia rossoblù, in vista del match tra Cagliari e Juventus si è confessato a La Gazzetta dello Sport.
Gli inizi con la Juve: “Avevo 14 anni, vivevo a Fano, giocavo nel Rimini. Era aprile. Mi segnalò Ermanno Ferrari, grande osservatore. Gianluca Pessotto e Giovanni Rossi, dirigenti della Juve, vennero a casa. Avevo fatto un provino con l’Inter. Ma non volevo muovermi. Mi proposero di fare tre giorni a Torino con la famiglia. Al secondo mi ero già innamorato. Mi fecero arrivare Del Piero con una sua maglia. La firmò e me la diede. Ero nato milanista, idolo Pirlo, ci misi poco a diventare bianconero”.
Tecnica, tattica e condotta. In bianconero Romagna è cresciuto tantissimo: “La Juve è stata una scuola. In tutto. Dà importanza a troppe cose: disciplina, serietà. Non si mangiava benissimo, ma il ricordo del convitto è stupendo. Ruolo? Iniziai davanti, poi mezzala, alla Juve mi impostarono difensore. Il ruolo che mi piace. Dai 14 ai 17 anni impari le basi, quelle che mi serviranno sempre: giochi col pallone, stop, passaggi, lanci. Impari a ragionare velocemente. Poi c’è la tattica. Ho avuto dei maestri e Grosso farà strada. Nonnismo? Macché. Rispetto”.
A chi si ispira? “Nesta, poi a livello tecnico Bonucci, comportamentale Chiellini, va sempre a duemila“.
Più dura con Dybala o Higuain? “Con Dybala mi sono allenato, è fortissimo, ma è stata più dura con Gomez, non gli togli mai il pallone, come a Sau. E in allenamento me la vedo con Pavoletti: con i gomiti lui è un maestro”.
L’esordio con Rastelli. La conferma con López. La crescita è netta: in cosa è forte e in cosa può ancora migliorare? “Penso di cavarmela bene nell’anticipo, devo crescere nel colpo di testa. Credo che il merito sia stato quello di non sentirmi quasi arrivato in Primavera, è un errore che alcuni fanno. A Rastelli dirò grazie a vita, ha creduto in me, mi ha fatto esordire da titolare col Napoli: c’erano degli assenti, mi ha confermato col Genoa, dicendomi ‘gioca semplice’. Ora López mi dà tanti consigli”
Quest’estate dal Cagliari alla Juventus, a titolo definitivo: “Il Cagliari ha mostrato tanto interesse. E infatti ho fatto cinque anni di contratto. Il direttore Rossi era venuto a prendermi a Fano, il presidente Giulini è stato bravo. E col mio agente Montipò abbiamo deciso. Dopo Torino e la B a Novara e Brescia, che mi ha fatto bene, ho ritrovato il mare. Impatto pazzesco. I miei adorano il Poetto, è una bella scelta“.
E in Sardegna ha trovato il suo compagno di tutte le under della Nazionale, Nicolò Barella: “Cose in comune? Entrambi abbiamo una compagna più grande. Sabrina, che è di Torino e con cui vivo, ha sei anni in più. Abitiamo nello stesso palazzo. Stop… Scherzo. Nicolò dal primo giorno mi ha aiutato e mi ha portato a cena“.
Romagna a tutto tondo. Numero di maglia, musica, auto e cucina: “Il 13 per Nesta, adoro Liga, Vasco, Battisti. Ho una Classe A e sul piatto vi stupisco: maccheroncini all’americana, pancetta, panna, pomodoro, di tutto“.