Non c’è dubbio che l’uomo del momento sia lui, Paolo Faragò. Un giocatore nuovo dopo l’arrivo di Diego López sulla panchina rossoblù, esterno di centrocampo divenuto ormai indispensabile nel 3-5-2 dell’allenatore uruguagio. Soltanto 580 minuti giocati in stagione, come riportano le statistiche di Sky Sport, quasi la metà di Nicolò Barella che invece con 1086 è il più impiegato della rosa. Con il centrocampista sardo invece pareggia per numero di gol: per Faragò due reti segnate entrambe in casa, esattamente come Barella che però al contrario suo ha segnato solo in trasferta.
Un gol di destro e uno di sinistro, potevano essere di più senza le occasioni divorate contro Juventus e Sassuolo, ma in quel periodo era un altro Faragò. Otto tiri in porta totali di cui ben sette da dentro l’area di rigore, a testimonianza della sua attitudine all’inserimento in fase offensiva. Ventinove cross partiti dai suoi piedi, dieci quelli riusciti di cui due decisivi per i gol di testa di Pavoletti.
Nonostante il minutaggio ridotto con le sue undici presenze è comunque uno dei giocatori più presenti della squadra, secondo solamente a Sau, Barella e Padoin con dodici. Sia Rastelli che López gli hanno riconosciuto voglia di lottare e spirito di sacrificio, con il primo che lo ha utilizzato come dodicesimo uomo e jolly mentre il secondo è riuscito a trovargli una collocazione stabile nello scacchiere. In rapporto ai minuti giocati i suoi numeri acquistano ancora più valore e un impiego più continuativo non potrà che farlo crescere ancora. Faragò è in continua evoluzione.