Le ultime due sconfitte del Cagliari maturate nell’arco di pochissimi giorni e, tra l’altro, tra le mure a che hanno portato l’attenzione della piazza a livello di guardia.
Qualcuno ha persino azzardato ad un Massimo Rastelli vicino ll’esonero, voce prontamente rientrata. Ma tutto potrebbe cambiare nel giro di poco tempo.
Insomma, è lecito parlare di crisi oppure no? Se si, a chi dev’esserne attribuita la colpa? Abbiamo rivolto queste due domande ad alcuni colleghi:
Giuseppe Amisani (Corriere dello Sport-Stadio): “Direi che due giornate storte non sono sufficienti per parlare di ‘crisi’, altrimenti dopo le due vittorie contro Crotone e Spal sarebbe stato lecito parlare di Europa League. Ci vuole equilibrio anche nei giudizi e credo che il Cagliari abbia tutte le carte in regola per disputare un ottimo campionato”.
Andrea Frigo (Ansa): “Due sconfitte consecutive in casa rappresentano un bel campanello d’allarme, anche se il campionato è appena agli inizi. Difficile parlare di crisi dopo la teoria in trasferta contro la Spal ed il bel gioco messo in mostra a San Siro contro il Milan. C’è comunque da dire che queste sconfitte sono arrivate in maniera inaspettata. Responsabilità? Ciò che preoccupa maggiormente èla condizione atletica. La squadra è apparsa già stanca, non in grado di affrontare una partita ogni tre giorni e ciò è molto strano dato che siamo solo ad inizio stagione e che Rastelli poteva contare su forze ‘fresche'”.
Sergio Demuru (Tuttosport): “Secondo me è presto per parlare di crisi. Preferisco parlare di situazione difficile da ‘gestire’ accuratamente, soprattutto da parte della società. Colpa di tutti, da Rastelli che si è inventato Barella in cabina di regia, a coloro che hanno avuto un rendimento sotto traccia. Ci sono alcuni elementi, vedi Giannetti o Miangue, non adatti alla categoria”.