L’Unione Sarda dà notizia della telefonata del fuoriclasse rossoblù all’uomo che, quando aveva appena 9 anni, si fratturò un braccio dopo essere stato colpito da un tiro di Riva. Una storia che fece notizia, regalando fama imperitura a Danilo Piroddi
ROMA. Il Cagliari si sta allenando di pomeriggio sui campi dell’Acqua Acetosa, a Roma. È il 2 ottobre 1970, i sardi campioni d’Italia sono nella Capitale per preparare la gara della domenica successiva contro la Lazio. Per ammirare e sostenere la squadra di Scopigno si precipitano al campo oltre 500 persone: tra queste diversi bambini. Domenghini, Gori e Riva iniziano a “bombardare” Albertosi, molti presenti a quel punto si spostano dietro la porta. Preoccupati per le possibili conseguenze, vengono invitati a spostarsi dai calciatori. Finché non avviene un incidente. Il piccolo Danilo Piroddi, 9 anni, si difende il viso da una bordata di Riva che gli arriva addosso. Purtroppo, riporta la frattura dell’ulna e del radio del braccio sinistro.
SEGUITO. Il bimbo viene portato all’ospedale in ambulanza, su cui sale anche Riva visibilmente turbato. I dettagli della storia fanno il resto: Danilo si trovava lì insieme al padre Flavio proprio per ammirare il suo idolo Gigi Riva, dopo aver fatto tantissima strada direttamente da Siracusa. Il bomber promette al suo piccolo tifoso una maglia numero 11 e lascia l’ospedale da un’uscita secondaria per seminare curiosi e fotografi. All’epoca si parlò di possibili lesioni colpose per Riva, l’imprudenza di Piroddi senior e la responsabilità del Coni – proprietario dell’impianto – per la presenza di tutte quelle persone. Nella sera del 25 aprile, quasi 50 anni dopo quel fatto, Gigi Riva ha telefonato a Danilo Piroddi grazie al figlio Nicola che ha fatto da tramite: “Ciao, sono Gigi. Ma dovevi metterti proprio dietro la porta?“. Oggi Danilo Piroddi ha 59 anni e lavora come impiegato a Siracusa. Una breve chiacchierata per rievocare una storia che, come è logico, ebbe notevole rilevanza mediatica. Fa sensazione pensare come quell’episodio avvenne a pochi giorni dal secondo gravissimo infortunio del bomber a Vienna.
(La foto di copertina e la ricerca storica è tratta da La Stampa del 3 ottobre 1970, pagina 20)
