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La grande occasione sprecata da Maran nella stagione del Centenario del Cagliari

Il tecnico, esonerato lo sorso 4 marzo dopo il 3-4 casalingo con la Roma nonostante un contratto fino al 30 giugno 2022, non aveva più la fiducia

La speranza è una cosa, la realtà, un’altra. Nella vita di tutti i giorni, ma anche nello sport, in questo caso il calcio. Nel caso specifico stiamo parlando di Rolando Maran, che aveva in mano un Cagliari abbastanza competitivo nella stagione che portava al Centenario, ma che dopo una buona parte brillante, non è riuscito più a governare dal dicembre dello scorso anno fino al recente 1 marzo.

L’OCCASIONE PERSA. Eppure il 3 maggio del 2019, con la salvezza in tasca, Tommaso Giulini (che l’estate prima lo aveva fortemente voluto) lo blinda con un contratto più remunerativo, ma soprattutto fino al 30 giugno 2022, in segno di stima. Tocca a lui condurre i rossoblù ancora dalla panchina, in vista della stagione che porterà al Centenario. Con la cessione all’Inter di Barella per circa 50 milioni di euro, si registrano gli arrivi di Rog, Nandez e Simeone, oltre al clamoroso ritorno di Radja Nainggolan (per una scelta di vita). Squadra altamente competitiva, con l’obiettivo primario decimo posto finale e giocarsela magari per un posto in Europa. Al 93’ di Cagliari-Lazio, i rossoblù sono in vantaggio 1-0 e a -1 dalla squadra di Inzaghi, che segna due gol in pochi minuti con Luis Alberto prima e Caicedo successivamente.

Da quel momento (ma i sentori vi erano stati a Lecce e poi con il Sassuolo) arriva il crollo. Il vantaggio col sesto posto che, con i ko successivi con Udinese, Juventus e Milan, comincia sempre più ad assottigliarsi. Contro Brescia, Inter e Parma si registrano tre pareggi, che più che altro sono un brodino caldo. La vittoria (rocambolesco 4-3 sulla Sampdoria) manca dal primo dicembre. Unica magra consolazione l’aver centrato gli ottavi di Coppa Italia contro l’Inter, ma poi il 14 gennaio la sconfitta, con conseguente eliminazione, è pesante.

Si comincia a parlare di problemi nello spogliatoio diviso su Maran. Le smentite a ripetizione non sfociano in vittorie. Arrivano altre tre sconfitte, che vedono Cragno e compagni scivolare in classifica fino all’undicesimo posto. Il 3-4 con la Roma di domenica 1 marzo è l’ultima gara giocata fino ad ora, a causa del Coronavirus. Per l’allenatore del Cagliari è arrivata l’ora dell’esonero che, dopo aver diretto la mattina del 2 marzo regolarmente l’allenamento al Centro Sportivo di Assemini, l’allenamento, nel pomeriggio si incontra con Tommaso Giulini che gli comunica l’esonero. Mercoledì 4 marzo, durante la presentazione di Walter Zenga, il presidente del Cagliari è tutt’altro che tenero con il suo ex mister. “Ormai era un allenatore vuoto, ci ha dato poco nelle ultime settimane. Prevale l’amarezza generale e le tante situazioni che non mi sono piaciute“.

Rolando Maran, nato a Trento il 14 luglio 1963, sciupa così una grande occasione sulla panchina del Cagliari. Chiude il suo rapporto di lavoro dopo 63 gare guidate dalla panchina, con 18 vittorie, 19 pareggi e 26 sconfitte. Poteva essere il tecnico che avrebbe riportato il Cagliari ad un piazzamento in Europa, che manca dalla stagione ‘92/’93 con Carlo Mazzone in panchina. Mentre in quell’edizione della Coppa Uefa ‘93/’94, con il raggiungimento della semifinale con l’Inter (dopo aver eliminato la Juventus ai quarti) in panchina ci fu inizialmente Gigi Radice, poi sostituito da Bruno Giorgi.

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