È buio pesto per il Cagliari. I rossoblù soccombono sotto i colpi della Roma senza dare l’impressione di potersi mai giocare la gara. Una debacle che non può essere messa nel dimenticatoio, ma che deve servire per dare una svolta sia alle gambe che alla testa dei giocatori. Ranieri ha le sue colpe: non sull’atteggiamento della squadra, troppo molle, ma sull’impostazione tattica troppo rinunciataria già da subito. Servono più certezze. E più coraggio.
PRIMO TEMPO. Pronti, via e il Cagliari è già sotto. Una palla vagante in area permette a Pellegrini di infilare subito Scuffet dopo appena un minuto di gioco. Non certo il migliore degli avvii per l’impianto di gioco impostato da Ranieri, che parte con un 5-3-2 troppo abbottonato. Il Cagliari non incide, la reazione è troppo fragile, il centrocampo lo è anche di più. Troppo facile per la Roma insistere e trovare anche il raddoppio con Dybala. Un tiro di Lapadula e un rigore prima dato e poi tolto (giustamente) chiudono un primo tempo decisamente negativo per i rossoblù.
SECONDO TEMPO. Ranieri non fa cambi e continua con gli stessi uomini e lo stesso modulo del primo tempo. Non cambia nemmeno l’atteggiamento, e la frittata è servita: ancora Dybala (rigore) e Huijsen confezionano il poker che regala i tre punti alla Roma e una serata da incubo al Cagliari. I cambi? Sul 4-0 entrano Luvumbo, Gaetano e Viola
Non sono queste le partite da vincere per conquistare la salvezza, ma i segnali sono tutt’altro che buoni.