Lazio-Cagliari: il commento a caldo. Come prendere subito il binario sbagliato
Analisi a caldo dei fatti che hanno caratterizzato Lazio-Cagliari: una sconfitta amarissima per i rossoblù, costretti a inseguire una gara che si era subito messa male.
Ranieri punta sul 3-4-1-2, con Viola in appoggio alla coppia Petagna-Lapadula. Il bomber italo-peruviano è alla prima da titolare in questo campionato, dopo 67 minuti come subentrato. Dall’altra parte Sarri si affida alle intuizioni di Luís Alberto e l’esperienza realizzativa di Immobile. Lazio in biancoceleste, Cagliari con la terza divisa navy.
Primo tempo
La sblocca Pedro dopo 8 minuti, che sbuca davanti a Goldaniga e batte Scuffet da due passi su assist di Lazzari. Una doccia gelata per i sardi. Inizio brutto per Hatzidiakos, entrato nell’azione dell’1-0 e che perde un sanguinoso pallone al limite dell’area: rimedia con un fallo da ammonizione. Lapadula ha un buon traversone, però gira di testa parecchio lontano dalla porta. Il Cagliari aumenta la pressione, ma incappa in un’altra disavventura. Makoumbou entra in collisione con Guendouzi, la Lazio reclama il rosso ai danni del congolese, per chiara azione da gol. L’arbitro Dionisi va a rivedere l’azione al monitor, espelle il cagliaritano e concede una punizione dal limite ai capitolini. Insomma, si fa ancora più dura per gli uomini di Ranieri. Il quale, per riequilibrare lo schieramento, fa un doppio cambio (32°): Luvumbo per Lapadula e Sulemana per Hatzidiakos. Serata nera per il greco. Si passa al 4-3-2, non succede granché fino all’intervallo.
Secondo tempo
Al rientro dagli spogliatoi, Ranieri butta nella mischia Oristanio, levando Viola. Cataldi impegna a terra Scuffet (49°), poi Immobile non punge con il mancino. Risponde Prati, però con un destro sbilenco. Si fa male Luís Alberto, lo sostituisce Kamada. Partita senza sussulti, mentre il tempo scorre inesorabile per un Cagliari in difficoltà e incapace di ripartire. Sulemana si produce in un prodigioso recupero in velocità verso la porta: purtroppo l’unico vero gesto atletico degno di nota della ripresa. Ed è tutto dire… Ritorna in campo Nández (tra l’altro già ammonito per proteste da bordo campo). Nel finale Provedel nega a Pavoletti la gioia del pareggio. Grande amarezza per una partita immediatamente spostata verso il binario sbagliato, che i rossoblù non sono stati capaci di scuotere almeno un po’ e devono ringraziare il sinistro educato di Oristanio, che crea qualche apprensione alla difesa laziale. Ne è dimostrazione il suo essere insidioso fino in fondo (94°). Vero che si giocasse in inferiorità numerica, però l’avversario non ha certo sfoderato una prestazione da urlo. Nuova occasione mancata per raccogliere dei punti e (complice il pari dell’Empoli con il Genoa) ritorno nella zona calda della classifica. Che in caso di successi di Salernitana e Verona diventerebbe incandescente. Note a margine: nonostante il successo, Lazio fischiata dai suoi tifosi. E un Ranieri molto contrariato all’uscita dal campo con lo staff arbitrale, molto probabilmente per il rosso a Makoumbou.
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Lazio-Cagliari: il commento a caldo. Come prendere subito il binario sbagliato
Analisi a caldo dei fatti che hanno caratterizzato Lazio-Cagliari: una sconfitta amarissima per i rossoblù, costretti a inseguire una gara che si era subito messa male.
Prologo
Ranieri punta sul 3-4-1-2, con Viola in appoggio alla coppia Petagna-Lapadula. Il bomber italo-peruviano è alla prima da titolare in questo campionato, dopo 67 minuti come subentrato. Dall’altra parte Sarri si affida alle intuizioni di Luís Alberto e l’esperienza realizzativa di Immobile. Lazio in biancoceleste, Cagliari con la terza divisa navy.
Primo tempo
La sblocca Pedro dopo 8 minuti, che sbuca davanti a Goldaniga e batte Scuffet da due passi su assist di Lazzari. Una doccia gelata per i sardi. Inizio brutto per Hatzidiakos, entrato nell’azione dell’1-0 e che perde un sanguinoso pallone al limite dell’area: rimedia con un fallo da ammonizione. Lapadula ha un buon traversone, però gira di testa parecchio lontano dalla porta. Il Cagliari aumenta la pressione, ma incappa in un’altra disavventura. Makoumbou entra in collisione con Guendouzi, la Lazio reclama il rosso ai danni del congolese, per chiara azione da gol. L’arbitro Dionisi va a rivedere l’azione al monitor, espelle il cagliaritano e concede una punizione dal limite ai capitolini. Insomma, si fa ancora più dura per gli uomini di Ranieri. Il quale, per riequilibrare lo schieramento, fa un doppio cambio (32°): Luvumbo per Lapadula e Sulemana per Hatzidiakos. Serata nera per il greco. Si passa al 4-3-2, non succede granché fino all’intervallo.
Secondo tempo
Al rientro dagli spogliatoi, Ranieri butta nella mischia Oristanio, levando Viola. Cataldi impegna a terra Scuffet (49°), poi Immobile non punge con il mancino. Risponde Prati, però con un destro sbilenco. Si fa male Luís Alberto, lo sostituisce Kamada. Partita senza sussulti, mentre il tempo scorre inesorabile per un Cagliari in difficoltà e incapace di ripartire. Sulemana si produce in un prodigioso recupero in velocità verso la porta: purtroppo l’unico vero gesto atletico degno di nota della ripresa. Ed è tutto dire… Ritorna in campo Nández (tra l’altro già ammonito per proteste da bordo campo). Nel finale Provedel nega a Pavoletti la gioia del pareggio. Grande amarezza per una partita immediatamente spostata verso il binario sbagliato, che i rossoblù non sono stati capaci di scuotere almeno un po’ e devono ringraziare il sinistro educato di Oristanio, che crea qualche apprensione alla difesa laziale. Ne è dimostrazione il suo essere insidioso fino in fondo (94°). Vero che si giocasse in inferiorità numerica, però l’avversario non ha certo sfoderato una prestazione da urlo. Nuova occasione mancata per raccogliere dei punti e (complice il pari dell’Empoli con il Genoa) ritorno nella zona calda della classifica. Che in caso di successi di Salernitana e Verona diventerebbe incandescente. Note a margine: nonostante il successo, Lazio fischiata dai suoi tifosi. E un Ranieri molto contrariato all’uscita dal campo con lo staff arbitrale, molto probabilmente per il rosso a Makoumbou.
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