Mentre il tecnico Liverani recrimina i troppi episodi sfortunati, dall’altra parte ci sono ache gli episodi che tengono a galla i rossoblù
FATTORE C. Forse è vero che in questo tremendo 2022 la sfortuna ha fatto il suo, ma non così tanto in Serie B. Il Cagliari da agosto ad oggi fatica a produrre reti dal proprio gioco e su 17 gol fatti ben 7 arrivano da papere degli avversari, calci piazzati e rigori.
La squadra rossoblù è andata in gol in 12 partite su 16, restando a secco in 4 occasioni. L’ultima contro la Ternana, dove ancora una volta a salvare la baracca sarebbe potuto essere un rigore. A Parma l’errore di Chichizola ha consentito di pareggiare, idem a Frosinone dove un indeciso Turati e un rigore hanno portato a fatica al pareggio. Altri episodi salvano il Cagliari contro il Sudtirol, tra un altro rigore e una mischia risolta da Lapadula su palla inattiva. Il peruviano è ancora protagonista sugli sviluppi di una palla inattiva contro la Reggina, mentre ad Ascoli non arrivano punti ma l’unico gol sardo è con la complicità di Guarna. E ancora contro il Brescia la difesa lombarda regala la gioia a Luvumbo, poi Mancosu contro il Venezia segna l’unica rete su punizione nel 4-1 finale.
Insomma, non è tutta colpa del fato se il Cagliari naviga nelle zone basse della classifica. La realtà dei fatti mostra che la squadra non raccoglie molto dai frutti del proprio gioco, non conclude e non spaventa nella costruzione delle opportunità da gol. Inutile quindi recriminare quando 7 punti su 19 sono arrivati grazie a delle reti prodotte al di là della manovra. Il “non ci gira bene niente” serve solo ad autoconvincersi che il dominio sul possesso e qualche occasione creata qua e là bastino per avere la coscienza a posto. Invece le botte di fortuna ci sono state eccome, bisognava sfruttarle, come non si è fatto a Terni.