Lo stadio del Südtirol è in pieno stile al confine con la vicina Austria. Un bagno di umiltà per il club di Giulini non guasta
Partiamo da un punto: ogni stagione ha la regola che dalla Serie A retrocedono in B tre squadre. A maggio, oltre a Genoa e Venezia, è toccato anche al Cagliari. Che, a differenza dei liguri (ma come i veneti) non sta rispettando le attese che vogliono i rossoblù sardi essere candidati al ritorno nel massimo campionato. Che per molti è il posto dove la società che con Riva, Tomasini e Scopigno (per citare solo alcuni giocatori dell’epoca) ha vinto lo Scudetto nel 1970.
DRUSO. La retrocessione ha portato anche a dover giocare anche nell’impianto carino del Südtirol. Grande accoglienza, con tanto di cassetta di mele Marlene tipiche della zona regalate dagli avversari, ma certamente passare dal giocare a San Siro davanti a 80.000 spettatori al Druso, la differenza è tanta. Ma il discorso non è lo stadio. Al Südtirol auguriamo un giorno di giocare in Serie A e magari ciò con la Red Bull interessata al club avverrà. Il discorso è la categoria: il Cagliari deve giocare in A e questo deve essere il chiodo fisso del presidente Giulini, non solo per due retrocessioni rimediate dal 2015 a oggi.