Si rileva due volte l’anno: 31 marzo e 30 settembre, prima delle due finestre di calciomercato e non deve scendere sotto 0,60 su 100
Da tempo i tifosi seguono con più interesse l’indicatore di liquidità che i vecchi parametri delle prestazioni sportive, scrive il Corriere Dello Sport. Mentre Sarri ha detto di non sapere cosa sia (battuta che è parsa ironica, visto il suo passato da cassiere in banca) se non qualcosa che impedisce alla Lazio di fare mercato, c’è anche chi come Commisso ha alzato il tiro pubblicando i parametri della sua Fiorentina, soprattutto in riferimento a chi non sarebbe in regola con tali regole.
SPECIFICA. In parole povere, l’indice di liquidità è il rapporto tra attività correnti e passività correnti (Ac/Pc). Al numeratore vanno le somme che il club si aspetta di ricevere entro 12 mesi, per esempio da clienti (come sponsor e diritti tv) o da altri club a cui ha ceduto calciatori. Al denominatore, tutte le somme dovute entro 12 mesi a terzi (fornitori, tesserati, banche, obbligazionisti, erario o club da cui ha comprato calciatori). Si rileva due volte l’anno: 31 marzo e 30 settembre, cioè prima delle due finestre di calciomercato e non deve scendere sotto 0,60. Su 100 euro di impegni a breve, almeno 60 vanno coperti da somme che la società potrà incassare entro 12 mesi.
Chi è sotto il famigerato limite non può acquistare calciatori nella finestra di mercato a meno che non copra gli acquisti con cessioni, né acquisire giocatori in prestito se non riduce il costo della rosa in misura almeno pari ai nuovi stipendi. Altrimenti, non resta che l’intervento dell’azionista, che dovrà mettere i soldi di tasca sua.