(Fonte: cagliaricalcio.com)
“Il calcio, e più in generale lo sport, deve essere uno strumento per aiutare l’inclusione e combattere ogni tipo di discriminazione. Il rispetto del prossimo, delle regole, per me sta alla base di tutto, di qualsiasi rapporto. È qualcosa che mi accompagna da sempre e che considero fondamentale per raggiungere i propri obiettivi“.
“Quando ho iniziato a giocare a calcio? Credo di essere nato con un pallone tra i piedi! Ho iniziato da piccolo, come voi frequentavo l’oratorio vicino a casa mia, a Torino, ci passavo ore e ore. Oggi posso dire che il calcio per me è vita, sin da piccolo sognavo di diventare un calciatore professionista, quello che sono diventato. Prima del calcio metto, però, due cose: la famiglia e la scuola. Una buona istruzione è la chiave per superare le difficoltà, gettare delle solide fondamenta per costruire il proprio futuro“.
“Tutti i gol per me sono stati importanti, a prescindere dalla categoria in cui li ho realizzati. Ogni volta provo le stesse emozioni, io vivo per il gol. Mi sento soddisfatto di tutto il mio percorso fatto sin qui: ho avuto la fortuna di prendermi delle belle soddisfazioni sia a livello individuale che di squadra, nel Club come in Nazionale. Raggiungere la Serie A è stato di certo molto importante a livello professionale ed emotivo. Quanto fatto la scorsa stagione con il Cagliari, per esempio, sarà qualcosa di indimenticabile“.
“Ho sempre fatto tesoro di tutto e ho utilizzato quei momenti per crescere, diventare più forte. Non mi sono mai demoralizzato. Ho sempre creduto di poter raggiungere i miei obiettivi, anche quando era ‘quasi’ impossibile. Ho sempre guardato avanti, con in testa il traguardo e la consapevolezza che ero pronto a fare di tutto per raggiungerlo. Ai ragazzi dico allora che qualsiasi cosa vogliate fare nella vita, inseguite quel sogno con tutto voi stessi, non mollate mai“.