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Ranieri e Cagliari: i difetti ci sono. Ma pure emozioni da non poter barattare

Claudio Ranieri sta per completare un anno dal ritorno a Cagliari. Un tecnico che ha i suoi punti deboli, ma pure umiltà e la spinta a rischiare: qualità non comuni in tanti allenatori molto più giovani.

SORNIONE. Quando una foto la racconta nel modo migliore possibile. Claudio Ranieri, nell’immagine di copertina, ha quell’espressione sorniona di chi – a ragion veduta – la sa lunga. Ieri non è stato certo il miglior Cagliari, schiacciato dal Sassuolo in avvio e per lunghi tratti senza idee, spaesato. La formazione iniziale scelta dal tecnico romano è stata, per l’ennesima volta, proposta per mettersi a specchio con l’avversario di turno: ma non ha pagato. Anzi, in breve tempo ha cambiato la posizione di Nández, partito a sinistra; Sulemana ha dimostrato di non essere ancora pronto per una maglia da titolare, in quanto soggetto a troppi errori.

CAMBIO IDEA. Se c’è un aspetto che tanti colleghi giovani possono invidiare a Ranieri, è il fatto di saper tornare sui propri passi smentendo le convinzioni iniziali: prendendosi dei rischi in corsa, perché il suo Cagliari spesso deve inseguire le situazioni di svantaggio. Chiaro, la super trazione anteriore schierata nel finale di ieri farebbe impallidire chiunque. Però ha portato i frutti sperati, dal momento che l’assist per il gol di Lapadula lo ha servito il subentrato Luvumbo; il 2-1 decisivo è stato confezionato dall’assist aereo di Shomurodov e siglato da Pavoletti in rovesciata. Insomma, 3 subentrati hanno propiziato le reti rossoblù. Per l’ennesima volta, in pieno stile Ranieri.

CERCARE IL DESTINO. Il cuore dei tifosi cagliaritani viene messo sovente a dura prova, i quali difficilmente però baratterebbero vittorie come quella di ieri con un successo “normale”. Sir Claudio ha i suoi difetti, così come li ha il Cagliari nonostante il successo con il Sassuolo: non va dimenticato ciò che è mancato ai rossoblù per larghi tratti del match. Qui parliamo però di qualcos’altro. Soffrire per amore? Può darsi. Ma quanto è bello emozionarsi ancora per il calcio… La dimostrazione che il destino benevolo va pure cercato. O no?

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