“A gennaio voglio iniziare la laurea specialistica e continuare un percorso iniziato da un’esigenza personale”, spiega Nicolas Viola al Corriere della Sera, “faccio il lavoro più bello del mondo, ma quando diventi padre ne inizi un altro che porta con sé responsabilità ben diverse: per educare i miei figli ho scelto di rieducare me stesso e di migliorarmi come persona. Se pesa la psiche nel calcio? Sì, tutto parte da dentro di noi: allenare i muscoli è faticoso, ma allenare l’invisibile è più complicato. Bisogna avere le basi per capire se stessi e migliorarsi. Io competo con me stesso, il paragone lo faccio solo con me stesso: questa è la spinta che mi fa crescere e superare le difficoltà. Allenare la mente è fondamentale“.
“La psicanalisi mi ha aiutato tantissimo: ho fatto un percorso davvero importante, nel quale ho messo a nudo le mie emozioni e i miei sentimenti. È stato difficile, perché ho dovuto essere molto umile e mettere in discussione tantissimi atteggiamenti che davo per scontati e mi limitavano. È stata una battaglia con me stesso, ma quello alla scoperta del proprio io è un viaggio meraviglioso. Se la psicologia aiuta nel calcio? Quando sei sul dischetto ti vengono mille pensieri, ma sarebbe egoistico provare emozioni, perché in quel momento la squadra ti sta dando una responsabilità. E devi essere libero mentalmente”.