“Cagliari è molto simile al Brasile. Nel primo anno ho imparato tanto anche se ho faticato, poi è andata bene. I migliori ricordi in Europa sono lì, ho carissimi amici ancora in Sardegna”.
“Io ora ho 34 anni, ma non credo farò l’allenatore. Credo farò un ruolo più esecutivo da dirigente. Mi attira soprattutto la parte mentale, perché so le difficoltà dei brasiliani quando arrivano in Europa e c’è bisogno di una figura che segua l’equilibrio mentale”.
“Joao Pedro? Una gran sorpresa che sia tornato in Brasile, perché mi diceva che sarebbe voluto rimanere in Italia. Gioca in attacco con Suarez al Gremio, che è un grande club, immaginate che coppia”.
“La retrocessione con Zeman? Con lui può succedere di tutto, è molto intenso e la squadra lo deve seguire al 100%. A lui non fregava nulla di prendere dieci gol, l’importante era farne undici e non era facile stargli dietro”.
“Il Cagliari attuale lo seguo spesso, mi spiace per il momento. Tanti amici mi chiedono di tornare a chiudere lì la carriera”.