Poche partite sono rimaste impresse nella memoria dei tifosi rossoblù come quella giocata in Puglia, nella stagione 1988/1989
È la ventitreesima giornata del campionato di C1. Il Cagliari, sempre più lanciato verso il ritorno in serie B, va a far visita al Brindisi. Claudio Ranieri era stato chiaro: “A Brindisi sarà un esame tosto, anzi una corrida”.
Non si sbagliava: le prime avvisaglie prima della gara quando i rossoblù si vedono costretti ad indossare le maglie da trasferta del Brindisi causa presunto furto dei borsoni.
Il tutto venne reiterato in campo. I ragazzi di Ranieri vengono letteralmente aggrediti sia sul piano del gioco, che sul piano fisico: interventi al limite del regolamento, spintoni e provocazioni da parte dei giocatori di casa.
Dalla panchina Ranieri predica calma, di non scendere alle provocazioni, ma di pensare soltanto a giocare, e i suoi gli danno prontamente ascolto. Ielpo compie almeno 5 interventi importanti mentre i vari Giovannelli, De Paola e Valentini reggono bene l’urto con gli attaccanti avversari, tra i quali spicca l’ex Roberto Bergamaschi.
Nella ripresa il Cagliari passa all’attacco e realizza il goal decisivo con Ivo Pulga: incursione di Barozzi sulla destra, cross al centro, Piovani perfeziona di testa il pallone per il centrocampista modenese che insacca di sinistro.
Pubblico e giocatori di casa sono furibondi: ne fanno le spese il l’arbitro, colpito da una bottiglietta d’acqua, un guardalinee, e Giovannelli, che pagò la sua consueta generosità con un cartellino rosso.
I padroni di casa continuano nella loro pressione, nonché nella caccia all’uomo, ma alla fine i rossoblù espugnano il campo pugliese, ma non senza subire la furia degli stessi giocatori a fine gara. Diversi giocatori vengono accerchiati e persino un vigile del fuoco andò in loro “aiuto” aggredendo De Amicis, Pulga e lo stesso Giovannelli.
Decine di “tifosi” si riversano sul campo danneggiando le panchine e cercando il contatto con giocatori ospiti e direttore di gara. Ne segue anche un lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine.
Dulcis in fundo, solo dopo un’attesa di circa 3 ore il Cagliari poté lasciare lo stadio e raggiungere l’aeroporto.