La Serie A – e non solo – rischia un vero e proprio ribaltone a partire dal 1° luglio: la grana dei contratti in scadenza fra un mese commentata dal decano dei procuratori italiani
FUTURO. Un momento molto particolare per il calcio italiano, in cui la ripresa ufficiale del campionato non è stata ancora sancita, a cui si aggiunge la nota grana per la scadenza dei contratti il 30 giugno. Ha detto la sua uno dei procuratori nostrani più noti, sulla breccia da decenni, l’avvocato Claudio Pasqualin: “Situazione complessa, in cui viene toccato uno dei principi fondamentali del diritto: il cosiddetto pacta sunt servanda, ovvero che gli accordi devono essere rispettati. I calciatori sono dei lavoratori subordinati, ragion per cui il datore di lavoro non può prolungare loro il contratto in maniera arbitraria“.
SOLUZIONI. Pasqualin, nelle dichiarazioni riportate da L’Unione Sarda, auspica degli “accordi collettivi, con il benestare dell’Associazione Italiana Calciatori. Però purtroppo mancano le basi giuridiche per fare questo e inoltre la Fifa non può entrare in merito. A questo punto, l’unica soluzione è rappresentata da accordi individuali tra società e tesserati. Parliamo ad ogni modo di un campionato anomalo, che rischia di risultare falsato dagli eventi“.