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La Nuova Sardegna – Bergomi 2: “Impossibile non amare il Cagliari”

L’ex difensore dell’Inter e campione del mondo ai mondiali di Spagna ’82 ha parlato del suo rispetto per i rossoblù e del suo rapporto con la Sardegna

Giuseppe Bergomi, in esclusiva a La Nuova Sardegna, ha svariato su più fronti non nascondendo una certa emozione parlando del Cagliari di Gigi Riva.

PERIODO DIFFICILE.La situazione non è bella. Ora viviamo il secondo tempo di una partita che speriamo di vincere. Siamo diventati tutti un po’ più social. Il calcio ci manca. Quando mi capita di uscire avverto la voglia dei tifosi di rivedere in campo la propria squadra. Anzi, me lo dico proprio“.

LA RIPRESA.C’è tanta confusione. Noi non scegliamo mai e invece nella vita bisogna dare certezze e avere coraggio. Alla fine secondo me si ricomincia e saranno i tedeschi a farci da battistrada. Il ministro ha sbagliato quando ha consentito le corse nei parchi e non gli allenamenti individuali aprendo i centri sportivi. Ha fatto marcia indietro perché si è reso conto o gli hanno detto che era un errore“.

IL CAGLIARI.Chi è innamorato dal calcio non può che apprezzare una squadra che rappresenta l’intera regione. Quando sono stati trasmessi gli speciali dello storico scudetto e le prodezze di Gigi Riva, c’è scappata la lacrimuccia. A Cagliari sono passati tanti grandissimi giocatori. Ricordo il ritorno della semifinale di Coppa Uefa che noi dell’Inter abbiamo vinto 3-0. Gara che ho nel cuore perchè ho giocato bene. Ricordo di aver marcato Lulù Oliveira. Ma quella semifinale è stato un grande traguardo per i rossoblù che in quel periodo avevano davvero una signora squadra“.

LA SARDEGNA.Ho casa a Porto Cervo, precisamente a Cala del Faro. Proprio ieri mio fratello mi ha mandato due foto dove io, Walter Zenga, Riccardo Ferri e Beppe Baresi eravamo a Costa Rei. Avevamo 20 anni e avevo appena finito il militare. Ricordo che poi siamo andati al Tanka Village. La mia prima volta in Sardegna e su un aereo è stata per un torneo giovanile a Santa Teresa. Avevo 15 anni, con l’Inter abbiamo vinto battendo in finale il Torino“.

MATTEOLI. “Gianfranco è soprattutto una persona perbene. Il primo giocatore, dopo c’è stato Pirlo, trasformato da trequartista a regista davanti alla difesa. Mi diceva sempre: “quando hai la palla dammela anche quando ho l’uomo addosso, poi ci penso io“.

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