L’Unione Sarda punta il dito sulla prova particolarmente negativa dei rossoblù a Roma. Al di là della differenza di valori, da sottolineare pure un certo appagamento
DOPPIO SCHIAFFO. Se è vero che il Cagliari a Roma è andato ko dopo appena 8 minuti, grazie al micidiale uno-due firmato da Fazio e Pastore, c’è sicuramente qualcosa che non va. La squadra di Maran ha sofferto indubbiamente la differenza di valori tecnici in campo, sarebbe stato preoccupante se i giallorossi non avessero fatto il proprio gioco alla rincorsa di un posto in Champions. In casa loro. Alla luce di ciò che è accaduto, però, non si può restare senza l’amaro in bocca: perché il Cagliari ha “dimenticato le armi” in Sardegna e non ha quasi opposto resistenza.
STIMOLI. Discorso probabilmente dettato da un certo appagamento, fisiologico dopo il successo contro il Frosinone e quella salvezza ormai in cassaforte. Ecco, gli stimoli: il Cagliari non ha più niente da chiedere a questo campionato, a 4 gare dalla fine, con il 10° posto a fungere da unico pungolo. Si tratta di una situazione a cui i tifosi rossoblù hanno assistito tante volte: un rilassamento dopo aver centrato l’obiettivo che sa tanto di film già visto. Ci si augura che la squadra onori al meglio il finale, facendo rivedere quella “fame” grazie alla riscoperta, perché no, di alcuni panchinari. Il futuro passa anche e soprattutto da quest’ultimo mese scarso che manca al termine della stagione, aperitivo delle dinamiche estive di mercato.