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La toccante lettera del fratello di Daniele Atzori: “Nessun problema con i fiorentini”

Il fratello del ragazzo morto venerdì sera alla Sardegna Arena ha voluto stemperare i toni, riportando tutto entro gli argini dei fatti realmente accaduti

Una lettera toccante, che riporta tutto sui giusti binari. Alessandro Atzori, fratello di Daniele, morto venerdì sera alla Sardegna Arena durante la gara Cagliari-Fiorentina, ha voluto scrivere alcune righe su quanto accaduto, pubblicate da L’Unione Sarda. Le riportiamo integralmente.

“Caro Direttore, mi chiamo Alessandro, ed oggi sento il peso del mio cognome… Atzori. Già, sono il fratello di Daniele, il tifoso del Cagliari che ci ha lasciati venerdì allo stadio. Vorrei in primis ringraziare tutte le persone che si sono strette a noi nel dolore, parenti, amici, colleghi suoi e miei, le due società Cagliari e Fiorentina, che ci sono state vicine in questo tremendo momento di lutto. È stato un momento che Daniele avrebbe tanto voluto vivere. La presenza di Joao, Riccardo ed Alessandro, nonché tutta la delegazione del Cagliari, lui che fin da ragazzino andava allo stadio a tifare per i colori del suo fragile cuore. Eravamo insieme in curva nord, quella notte del 1993, quando il Cagliari affrontava il Trabzonspor al Sant’Elia, una notte fantastica pagata dall’allora tanto riconosciuta tessera del canguro… (eravamo i ragazzini di una volta, allo stadio si saltava per entrare…), e la sua passione lo ha accompagnato per il resto della sua vita. Sono qui per tentare di alleggerire i toni. Vorrei che la società della Fiorentina, il sindaco di Firenze e tutti i veri tifosi, sappiano che né io, né tanto meno la mia famiglia, ci sentiamo offesi da quei cori. Perché so bene cosa vuol dire stare in uno stadio, dove la competizione diventa palpabile anche sugli spalti. Amo Firenze, amo i fiorentini, la culla della nostra lingua e so, come anche Dany sapeva, che cori così ci sono e sempre ci saranno negli stadi, ma che sono e devono restare tali. La Fiorentina ha chiamato la mia famiglia per scusarsi, anche se non c’è nulla di cui chiedere scusa. Mio fratello è morto per via del suo cuore, non dei cori di pochi scalmanati insensibili. Ringrazio il Cagliari Calcio. I giornalisti. I parenti, alcuni arrivati a Olbia. E poi, per ultimo il ringraziamento più importante. Io vorrei ringraziare mio fratello, sì proprio Daniele, per avermi regalato i 44 anni più belli della mia vita, conscio del fatto che non ne avrò altri. Mi mancherai da star male per il resto della mia vita, e sappi, fratellino mio, che lo stesso vuoto lo hai lasciato nei cuori di tutte le persone che hanno avuto il privilegio di conoscerti. Buon viaggio, Nenno. Ci si vede dall’altra parte”.

Alessandro Atzori

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