
48 anni fa il giorno più bello della storia del Cagliari. Il 2-0 al Bari e lo Scudetto di Riva e compagni: un mito a tinte rossoblù indelebile nel cuore di tutti i tifosi.
IL RACCONTO. “Ormai il pubblico è pronto per l’invasione pacifica del terreno. Una circostanza del resto largamente prevista. Mentre De Robbio fischia in questo istante la fine: IL CAGLIARI È CAMPIONE D’ITALIA! La folla si riversa in campo senza per altro eccessiva indisciplina, ma quasi con pacatezza, con molto civismo come è costume della folla sarda. Mentre Riva e Gori non riescono a liberarsi dall’abbraccio frenetico dei tifosi che stanno invadendo il terreno di giuoco“.
IL MITO. È il 12 aprile 1970, ormai 48 anni fa, quando Sandro Ciotti racconta le gesta di Riva e compagni in diretta dall’Amsicora. Il Cagliari, grazie al 2-0 al Bari, mette in bacheca il suo primo e unico Scudetto. Uno Scudetto mitologico, che fa parte dell’epopea di un popolo. C’è anche il comandante Scopigno e l’eroe Rombo di Tuono. Sembra quasi il racconto romanzesco di un’impresa, invece è tutto vero. Una battaglia vinta, dopo anni di vessazioni. La rivalsa di una terra schiacciata per anni dal dominio dei potenti. Di una squadra che ha ereditato tale condizione e per lunga parte della sua storia si è ritrovata a subire lo strapotere delle grandi.
IL GIORNO PIÙ BELLO. Tranne in una data. Tranne il 12 aprile 1970. Un giorno che ha consegnato il Cagliari in eterno all’élite del calcio italiano. Che ha dato ai padri qualcosa da raccontare e ai figli qualcosa da ascoltare. Una gloria tanto bella quanto effimera, ma che ha regalato ai tifosi di ieri e di oggi la realtà di un successo che prima sembrava impossibile. Dopo, un po’ meno. Un vittoria da ambire, forse per sempre. Un mito eterno, comunque. Indelebile nella storia rossoblù.
