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Padoin: “Dalla Juve al Cagliari per essere protagonista”

34 primavere a marzo. Cinque scudetti sul petto, con la maglia della Juve. E la fame di essere un portafortuna senza eguali. Simone Padoin è tutto questo e molto di più.

È un giocatore che per le sue doti atletiche e umane, ancor prima che tecniche, è stato sempre apprezzato da qualunque allenatore lo avesse in rosa: “Uomo bionico? Non esageriamo. Mi fa piacere godere della fiducia dell’allenatore e spero di continuare così, di essere utile alla causa“. A Cagliari è diventato titolare inamovibile. È tornato a respirare il prato come si deve, stretto com’era alla Juve nel ruolo di gregario perfetto, ma a cui era lasciato assaporare il campo solo negli ultimi venti minuti. E nemmeno sempre.

Padoin si racconta a La Gazzetta dello Sport, dal passaggio dal bianconero al rossoblù fino al Padoin giocatore e uomo. Ecco la prima parte dell’intervista al quotidiano in rosa.

Il ritorno a Cagliari? Volevo tornare a essere protagonista. Alla Juve mi sono adattato a certe situazioni“.

Qualche trucco per la longevità? Niente di tutto questo. Solo vita sana, vita regolare. Penso che questo sia l’unico segreto. Lo scorso anno ho sofferto un po’ tra gennaio e febbraio. Ora sto molto bene. Vivo bene, nei momenti liberi sto con Valentina, mia moglie e i miei tre figli. Sto bene così. Certo, curo molto l’alimentazione e posso dire di essere un friulano atipico. Non bevo. Solo acqua e tanto té al limone, quello sì. Fino alla partita sono molto attento, la domenica sera e il lunedì posso sgarrare con piadina, pizza, sushi”.

Il ruolo. Interno o esterno?Non ho mai nascosto che mi piace fare la mezzala e a Bergamo contro l’Atalanta l’ho fatta divertendomi parecchio. Il cambio di modulo di López mi ha portato a fare l’esterno, il quinto e mi trovo bene. Con Rastelli giocavo terzino, avevamo perso Murru e Isla”.

Cagliari. La casa e il futuro…Con la famiglia stiamo bene, andammo prima al Poetto quando mia moglie era incinta, ora ci siamo portati più in centro. Il futuro lo immaginiamo a Bergamo. Ma mai dire mai, qui c’è una società che cresce dopo giorno“.

Il corso da allenatore, iniziato qualche mese fa:Mi piace, perché devo imparare la cosa più difficile: spiegare quello che sai agli altri. Vorrei cominciare con i ragazzi. Ma è presto. Ho ancora un anno e mezzo da giocatore. Per ora. A metà del prossimo anno ci penserò“.

Una battuta sull’amico ed ex compagno alla Juve, Gigi Buffon:Io credo che continuerà. Lo vedo ancora bene, come Barzagli“.

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