Con Massimo Giacomini diamo inizio alla nuova rubrica Allenatori nel pallone, ovvero coloro che non hanno avuto tanta fortuna sulla panchina rossoblù.
È l’estate del 1991 e Carmine Longo deve fare i conti con l’addio di Claudio Ranieri, artefice di un vero e proprio miracolo sportivo. I rapporti tesi tra i due furono evidenti sin dall’inizio della stagione precedente, ed il tecnico di Testaccio non ebbe problemi ad accettare la corte del Napoli.
Il direttore sportivo, invece di raccogliere il suggerimento della dirigenza Orrù che proponeva Carlo Mazzone, puntò deciso sull’allenatore friulano che è in possesso di buone qualità, ma pure di un pessimo rapporto con la fortuna.
La campagna acquisti procedette senza acuti di rilievo, ma l’organico sembrò comunque in grado di poter competere con la massima serie.
L’esordio fu da sogno: vittoria per 3-2 contro la Sampdoria campione d’Italia, e tifosi che si sfregarono le mani pregustando una stagione importante. Ma la gioia fu comunque effimera: Giacomini, che ha plasmò una squadra senza gioco, ne personalità, forse terrorizzato dal pensiero di fallire anche questa opportunità, incappò in 5 sconfitte di fila contro Milan, Roma, Foggia, Torino e Verona.
Al Bentegodi l’ultimo atto che suggerì agli Orrù di chiamare Sor Carletto e Carmine Longo ad ammettere l’errore, uno dei pochi della sua fulgida esperienza in Sardegna.