Il direttore generale del Cagliari non ha dubbi circa il ritorno in campo: “Il sistema sarà più povero rispetto a quello attuale ma più vicino ai tifosi”
Mario Passetti, intercettato da L’Unione Sarda post video conferenza tra i team che compongono la Lega Calcio, ha parlato del futuro del calcio a seguito del Covid-19.
CALCIO PASSIONALE. “Sarà enorme la voglia di dare a tutti un calcio più vero possibile, ma sarà una novità per tutti, tifosi e giocatori. Questa ripresa del campionato potrà però aiutarci a costruire un calcio fatto più di passione e più umano, magari più povero rispetto a quello attuale ma più vicino ai tifosi”
RISPETTO PER IL CALCIO. “Ci dispiace molto che il calcio non venga ancora considerato un settore importante di questo Paese. Produciamo oltre un miliardo di euro di contributi fiscali e previdenziali, ma soprattutto alimentiamo la passione di 26 milioni di tifosi ma il calcio non ha il giusto peso che si merita. È ancora visto o come un gioco o come qualcosa di poco importante, di marginale rispetto ad altri motori dell’economia nazionale. Mi sembra un atteggiamento poco rispettoso“.
MODUS OPERANDI. “Abbiamo parlato anche di ipotesi di calendario, le idee sono un po’ più chiare. Abbiamo bisogno, fra campionato e Coppa Italia, di quindici date. Si giocherà tre volte a settimana. Non è ancora stato stabilito dove, certamente a porte chiuse. Ne sapremo di più dopo la riunione col governo“.
EVENTUALE RICADUTA. “L’assenza di regole a oggi non chiarisce cosa accadrebbe se dopo la ripresa dovessero esserci calciatori contagiati dal virus o vi fosse una nuova ondata della pandemia e un ulteriore lockdown: si chiuderebbe il campionato considerando la classifica finale a quel momento“.