Analisi del momento dell’attaccante argentino nelle pagine de La Gazzetta dello Sport. Per il tecnico Maran i suoi goal non sono indispensabili quanto il suo lavoro
“El Cholito canta e… porta la croce“. In sintesi questa storica frase riassume il periodo di Giovanni Simeone. L’attaccante figlio d’arte è fermo ad appena cinque goal in carniere, l’ultimo dei quali risalente a dicembre nella sfortunata gara contro la Lazio.
E se da una parte questo cruccio inizia a pesare nella testa del Cholito, dall’altra è lo stesso Rolando Maran a non farne un dramma. Anzi, l’atipicità di questo elemento è proprio ciò a cui fa affidamento il tecnico trentino: non sono tanti, infatti, gli attaccanti che si battono e si sbattono per l’intera squadra.
Tanto sudore, sacrificio, lavoro sporco. Ergo, pochi goal, ma tanto, tantissimo beneficio per i compagni. Emblematici, infatti, sono i dati dei palloni toccati da Simeone: 42 all’interno dell’area, e ben 64 a ridosso del centrocampo.
Difficile, e qualsiasi attaccante potrà dirlo, arrivare lucidi sotto porta quando devi faticare così tanto.