Tutti dentro al progetto, nel Cagliari non ci sono giocatori ai margini

Sta facendo la differenza nel momento più delicato della stagione l'aver coltivato ogni singolo giocatore in rosa

Non c’è un giocatore nel Cagliari che non si sia reso utile in stagione. Ad esclusione del terzo portiere Simone Aresti, che resta però un indiscusso e riconosciuto leader dello spogliatoio, tutti gli attuali componenti della rosa hanno fornito un importante contributo in campo nel corso della stagione.

Non ci sono componenti rimasti ai margini del progetto, Ranieri ha davvero utilizzato tutti, che sia per tutta la stagione o per un periodo oppure ancora in momenti molto particolari. Persino il Primavera Kingstone non ha certo debuttato in A con una passerella a risultato acquisito, ma con una gara in bilico contro una concorrente diretta come l’Empoli.

Tra i giocatori con meno minutaggio c’è purtroppo Mancosu, da tempo infortunato, ma che nelle sue 5 presenze non ha mai perso una partita, partecipando a gare importanti come il 4-3 con il Frosinone, la vittoria 2-1 con il Genoa e pure un minuto contro il Sassuolo. E poi Di Pardo, con 12 onestissime presenze e 304 minuti: non vedeva il campo da 6 partite ma a San Siro contro l’Inter c’ha messo il cuore per 78 minuti.

Un applauso anche ad Hatzidiakos e Wieteska, perché dopo un annata tra critiche e panchine continuano a entrare in campo senza musi lunghi, dimostrando che forse c’è speranza di vederli protagonisti nella prossima stagione. E ancora complimenti a Jankto, anche lui bersaglio di critiche ma sempre a disposizione del bene comune. Perché è giusto arrabbiarsi per essere stati sostituiti dopo 25 minuti, ma non è da tutti ricomporsi subito e capire. Da non dimenticare infine Radunovic, scalzato da Scuffet ma rimasto a lottare con il gruppo quando puntare i piedi e chiedere la cessione a gennaio sarebbe stato facile e comprensibile.

La lista è lunghissima: ci sono Deiola, Sulemana, Prati, Obert, Azzi. Giocatori che possono stare in panchina per diverse partite di fila ma poi andare in campo e sudare la maglia come pochi. C’era Goldaniga e c’è ancora Viola, due che in estate avevano le valigie pronte e poi sono risultati determinanti in alcuni momenti chiave della stagione. Tutto questo si chiama capacità di gestire un gruppo e solo un Condottiero vero poteva creare un ambiente del genere.

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